Egitto, Zaky scrive una lettera dal carcere alla famiglia: Mi mancate, tornerò libero
Mesi di prigionia in attesa di un’udienza per la scarcerazione. Proroghe e cancellazioni – complice l’emergenza Coronavirus – che allungano la permanenza in cella in Egitto, per reati d’opinione. Ma ora arriva un segnale positivo. Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, scrive una lettera alla sua famiglia rassicurandola a proposito delle sue condizioni di salute.
“Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’Università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole. Spero che stiate tutti bene e che il Coronavirus non abbia colpito nessuno dei nostri cari. Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima”.
Questo un passaggio della lettera scritta dalla sua cella nel grande carcere di Tora, alle porte del Cairo. Lettera recapitata ai suoi familiari e diffusa dalla rete di attivisti “Patrick libero”. Del ricercatore non si avevano notizie da inizio marzo, quando aveva ricevuto una breve visita in carcere prima che scattasse il lockdown come misura per il contenimento del contagio da Coronavirus. La prossima udienza in cui si dovrebbe decidere se prorogare la detenzione o procedere con la scarcerazione è fissata per il 12 luglio, a meno di altri rinvii.
“Per una volta vi diamo una, relativamente, buona notizia – scrive sui propri canali social la rete di attivisti “Patrick Libero” -. La famiglia di Patrick ha ricevuto una breve lettera da lui scritta il 21 giugno. Naturalmente non ha potuto dire tutto quello che voleva, dato che queste lettere passano attraverso varie mani di sicurezza prima di raggiungere il destinatario. La preoccupazione resta – concludono gli attivisti – ma c’è la felicità di leggere le sue parole”.
“Una notizia bella, una lettera molto dolce che ci dà conforto, che ci sprona a impegnarci ancora di più per assecondare il desiderio di Patrick, che poi è un diritto più che desiderio. E cioè quello di tornare in libertà”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia commenta la notizia della lettera di Zaky. “Bello leggere che Patrick nonostante tutto sia in buone condizioni, di spirito. Continua la campagna per chiedere il suo rilascio, immediato e incondizionato“.