Floyd, in migliaia marciano a Washington contro il razzismo e la violenza della polizia
La grande marcia per Goerge Floyd invade le strade Washington. Tra le centomila e le duecentomila persone si sono radunate a gruppi in diversi punti della capitale americana, per per protestare contro l’uccisione dell’afroamericano di Minneapolis e contro il razzismo.
La protesta di Washington, più che in ogni altra città, viene sentita anche come una sfida al presidente Trump. I manifestanti hanno sfilato in corteo dopo essersi radunati davanti all’iconico Lincoln Memorial e a Capitol Hill, sede del Congresso. Tutti si sono messi in marcia verso l’area di Lafayette Square, di fronte a una Casa Bianca blindatissima.
I Dipartimenti di Giustizia e di Sicurezza hanno infatti chiuso alle auto un lungo rettangolo che ha come baricentro la Casa Bianca. Questa è stata presidiata da centinaia tra militari e agenti, alcuni a bordo di blindati. Per ridurre il rischio di scontri, le autorità cittadine hanno invece ritirato dalle strade della capitale i regolari dell’esercito professionale.
Negli ultimi due giorni, inoltre, non ci sono stati arresti durante le proteste che hanno animato le strade di Washington davanti alla Casa Bianca. Il sindaco ha infine revocato il coprifuoco, spiegando che confermerà la decisione in base a come andrà la “grande marcia”.
Il muro fatto innalzare da Donald Trump a protezione della residenza presidenziale è stato tappezzato di poster, bandiere, disegni e cartelli con gli slogan della protesta. Le barriere di cemento e le recinzioni metalliche sono state decorate con fiori, fiocchi colorati, origami e palloncini in quella che si è trasformata in una sorta di esibizione, una mostra improvvisata con tutti i simboli di chi è sceso in strada per denunciare il razzismo.
Il presidente americano Trump rompe il silenzio durato ore e twitta “Law and order” (“Legalità e ordine”). Un messaggio lanciato dall’interno di una Casa Bianca mai così blindata. Poi, a manifestazione quasi conclusa, scrive: “A Washington molta meno folla del previsto”; ringraziando le forze dell’ordine per il lavoro svolto.
Secondo quanto riportano diversi media Usa, citando fonti del Pentagono, Donald Trump voleva il dispiegamento di 10mila soldati per le strade di Washington e di altre città americane per spegnere le proteste. Il presidente Usa avrebbe avanzato la richiesta in un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma questa sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper e dal capo di Stato maggiore delle Forze armate americane, Mark Milley.