Gaza, almeno 25 vittime per bombardamento su struttura della Croce Rossa

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Il conflitto aspro a Gaza porta altre vittime (foto repertorio)

Aggiornando il bilancio precedente, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha affermato che almeno 25 persone sono state uccise in un bombardamento che ha danneggiato il suo ufficio a Gaza, attorno al quale centinaia di palestinesi sfollati vivono in tende improvvisate. Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che ci sono stati anche 50 feriti nel bombardamento, di cui ha attribuito la colpa a Israele.

L’esercito dello Stato ebraico nega il proprio coinvolgimento nel raid: “I jet da combattimento israeliani e altri velivoli hanno colpito numerosi obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui depositi di armi e cellule di agenti terroristici”. I militari dicono di aver utilizzato un drone per intercettare militanti di Hamas impegnati a sparare un missile antiaereo contro un elicottero d’attacco israeliano. Nel nord di Gaza, due agenti dell’Organizzazione sarebbero stati uccisi.

Nell’area del corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia, gli israeliani hanno effettuato attacchi aerei contro diversi uomini armati individuati dalle truppe della ‘Brigata Alexandroni’. Sempre nel corridoio, è stato effettuato un attacco contro un sito di lancio di razzi utilizzato per attaccare le truppe. Nel frattempo, nel sud di Gaza, a Rafah, l’Idf ha comunicato che le truppe hanno ucciso diversi uomini armati in combattimenti ravvicinati, con l’intervento dei cecchini e attacchi aerei.

Intanto cresce il timore di uno scontro totale imminente tra lo Stato ebraico e gli Hezbollah, dopo altri pesanti attacchi israeliani nel sud del Libano. La missione iraniana presso le Nazioni Unite, in una dichiarazione rilasciata ieri, ha infatti messo in guardia Israele dalle conseguenze di una guerra totale contro il gruppo armato libanese Hezbollah, sottolineando che Israele sarebbe l’unico perdente finale di tale conflitto.

Ajith Sunghay, capo dell’ufficio per i territori palestinesi occupati dell’alto commissariato Onu per i diritti umani, dichiara che l’unica soluzione è il cessate il fuoco e ovviamente il rilascio degli ostaggi. “A Gaza il tessuto sociale è annientato, le persone non hanno più lavoro né speranze, le famiglie sono spezzate. In 22 anni di lavoro – sottolinea il funzionario – non ho mai visto tanta miseria. L’attività umanitaria dell’Onu e delle Ong non può durare all’infinito. Non serve procedere per piccoli passi, non possiamo più permettere che questa guerra vada avanti”. Secondo il Wall Street Journal solo 50 ostaggi sono ancora in vita, 66 sarebbero morti.