Gaza, Hamas: per una tregua la palla ora è nelle mani di Israele
In vista di un accordo di tregua nella Striscia di Gaza, il movimento islamico palestinese Hamas dopo la partenza della sua delegazione dall’Egitto dove si stanno svolgendo i colloqui, ha detto che la situazione è interamente nelle mani di Israele.
Hamas in una lettera inviata ad altre fazioni palestinesi ha affermato: “La delegazione negoziatrice ha lasciato il Cairo in direzione di Doha. L’occupazione ha respinto la proposta avanzata dai mediatori e da noi accettata. Di conseguenza la palla è ora tutta nel campo” di Israele”. I rappresentanti di entrambi gli schieramenti hanno lasciato il Cairo “dopo due giorni di negoziati” volti a ottenere una tregua nella guerra in corso nella Striscia di Gaza da sette mesi, ha riferito ieri sera il media arabo Al-Qahera News. Gli sforzi dell’Egitto e di altri paesi mediatori come Qatar e Stati Uniti “continuano ad avvicinare i punti di vista delle due parti”, ha aggiunto l’emittente citando una fonte del Cairo.
Netanyahu intanto tira dritto e in serata ha convocato il Gabinetto di guerra e quello di sicurezza per annunciare che Israele andrà avanti contro Hamas “anche da solo”. Il tutto dopo che il capo della Casa Bianca Joe Biden per la prima volta ha avvertito pubblicamente che se l’Idf entrerà a Rafah bloccherà l’invio delle armi americane ad Israele, che non avrà “più il sostegno” degli Stati Uniti. Anche perché la convinzione di Washington è che un ingresso nella città più a sud della Striscia di Gaza, dove sono stipati un milione e mezzo di sfollati, “non garantisce la sconfitta di Hamas”.
La svolta del presidente Usa si è consumata in un’intervista alla Cnn, durante la quale ha ammesso anche che “civili sono stati uccisi a Gaza” come conseguenza delle bombe fornite dagli Usa e “altri modi in cui” gli israeliani “attaccano i centri abitati”. Lo stesso ha aggiunto: “Continueremo a garantire che Israele abbia munizioni per l’Iron Dome e per difendersi da attacchi come quelli giunti di recente dal Medio Oriente. Ma è semplicemente sbagliato” invadere Rafah “e non forniremo armi e proiettili di artiglieria. Ho messo in chiaro che se entrano a Rafah, e non vi sono ancora entrati, non fornirò le armi”.