Gb, addio al piccolo Charlie: tra poche ore sarà staccata la spina
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Ancora poche ore poi al piccolo Charlie Gard, il bambino britannico gravemente malato al centro di una lunga battaglia legale, sarà staccata la spina dei macchinari che lo tengono in vita. Il piccolo è ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per una rara malattia che secondo i medici è incurabile e lo fa soffrire troppo. La decisione dei sanitari è stata annunciata dai genitori, Chris Gard e Connie Yates, che hanno perso la battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani per portare a proprie spese il bimbo negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale.
“Noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo”, hanno detto i genitori, ringraziando, invece, quanti comuni cittadini hanno dato sostegno, anche economico tramite una colletta, alla loro causa. I Gard vogliono trascorrere le ultime preziose ore col piccolo che “ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone”.
“Abbiamo il cuore completamente spezzato – hanno scritto i due genitori sulla loro pagina Facebook, postando alcune loro foto al capezzale del piccolo -. Non ci è permesso di scegliere se nostro figlio vivrà e non ci è permesso di scegliere quando e dove Charlie morirà”.
Al bambino è stata diagnosticata poco dopo la nascita dalla sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, una patologia che causa un progressivo e inesorabile indebolimento muscolare, di cui si conoscono solo 16 casi al mondo. I medici dell’ospedale pediatrico, dove il piccolo è ora ricoverato in terapia intensiva, avevano avvertito i genitori che il figlio non aveva speranze di sopravvivere e hanno deciso di staccare il suo supporto vitale, ma loro
volevano un’ultima chance, tentare il tutto per tutto con una cura sperimentale negli Stati Uniti, per la quale hanno avviato una raccolta fondi.
I coniugi Gard hanno tentato ogni possibile via legale, compreso un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, che è stato però respinto il 26 giugno. Secondo la Corte, qualunque ulteriore trattamento danneggerebbe Charlie, sottoponendolo a “dolore continuo, sofferenza e stress” senza produrre alcun beneficio.