Germania, il procuratore generale Frank: “In Ucraina centinaia di prove di crimini di guerra”
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Il conflitto in Ucraina giunge al 345esimo giorno. La Germania – fa sapere il procuratore generale Peter Frank – ha raccolto prove di crimini di guerra in Ucraina. Frank ha aggiunto di vedere la necessità di un processo a livello internazionale. “Attualmente, ci stiamo concentrando sulle uccisioni di massa a Bucha o sugli attacchi contro le infrastrutture civili ucraine”, ha dichiarato Frank, sottolineando che finora i procuratori dispongono di prove ‘a tre cifre’. Alla domanda su chi dovrebbe essere processato, Frank ha risposto: “I leader della Russia e coloro che attuano le decisioni al più alto livello militare dovrebbero essere chiamati a rispondere”.
Mosca, intanto, ha fatto sapere che l’operazione militare russa in Ucraina continua per garantire la sicurezza del Donbass, mentre quella della Crimea è già garantita in modo affidabile. Secondo l’intelligence ucraina Putin avrebbe appunto come priorità quella di conquistare tutto il Donbass entro marzo. “Le forze di difesa ucraine hanno respinto gli assalti dei nemici nelle aree di 9 insediamenti” rende noto lo Stato maggiore dell’esercito ucraino nel suo report del mattino, citato dai media ucraini. “Il nemico lancia operazioni offensive nelle direzioni Lyman, Bakhmut, Avdiiv e Novopavliv, ma subisce pesanti perdite – aggiunge lo Stato maggiore – Ieri le truppe russe hanno lanciato 20 attacchi aerei in particolare sulle infrastrutture civili delle regioni di Kharkiv e Mykolaiv, ci sono vittime tra la popolazione civile”.
Il Pentagono annuncia un nuovo invio di armi all’Ucraina da oltre 2 miliardi di dollari, armi che comprenderebbero anche razzi a lungo raggio. Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha annunciato ieri dopo l’incontro con il cancelliere tedesco Scholz l’invio di Samp-T per la difesa missilistica da Italia e Francia all’Ucraina e che si recherà a Kiev prima del 24 febbraio, ad un anno dunque dall’inizio del conflitto.
Il Cern fa intanto sapere che sarebbe pronto a bannare la divulgazione degli articoli scientifici firmati da istituzioni di ricerca russe e bielorusse: lo rivelano alcune fonti a Il Giornale d’Italia. Se la notizia venisse confermata, nessun ricercatore proveniente da quelle istituzioni potrebbe più firmare un articolo scientifico del più grande laboratorio di fisica nucleare al mondo. Al momento, non risulta che un fisico possa firmare un paper senza accompagnare il suo nome con quello dell’istituzione da cui proviene.