Giappone, l’acqua contaminata di Fukushima verrà rilasciata in mare
Il premier Yoshihide Suga ha comunicato che il governo giapponese rilascerà nell’Oceano Pacifico l’acqua contaminata di Fukushima che finora è stata impiegata per raffreddare i reattori danneggiati dall’incidente nucleare del 2011. La centrale produce ben 140 di acqua contenente il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, malgrado venga trattata negli impianti di bonifica.
L’incidente avvenne l’11 marzo di 10 anni fa quando a causa di un terremoto e di un successivo tsunami vennero distrutti i gruppi di generazione diesel-elettrici di emergenza che alimentavano i sistemi di raffreddamento dei reattori 1, 2 e 3. Nel corso delle ore e dei giorni successivi vi furono quattro distinte esplosioni, causate da fughe di idrogeno, alcune delle quali distrussero strutture superiori degli edifici di due reattori. Il 5 luglio 2012, un’apposita commissione d’inchiesta stabilì che le circostanze che hanno prodotto il disastro potevano essere previste e che l’incidente poteva essere evitato.
L’operatore dell’impianto, Tokyo Electric Power Company, non si sarebbe attenuto ai requisiti di sicurezza, non avendo predisposto adeguate protezioni per gli impianti, piani di contenimento danni, né adeguati piani di evacuazione.
Il disastro di Fukushima è considerato l’incidente nucleare più grave dopo quello di Černobyl’ del 26 aprile 1986, e oggi la decisione del Giappone di riversare le acque contaminate nell’Oceano pacifico alza la tensione a livello internazionale. La Corea del Sud ha convocato l’ambasciatore giapponese Koichi Aiboshi presentando una protesta formale da parte del ministro per il coordinamento delle Politiche governative: “Seul si oppone con forza al rilascio in mare delle oltre 1,25 milioni di tonnellate di acqua contaminata”. Una dichiarazione di denuncia che arriva anche da un’alleanza di 31 gruppi civici anti-nucleare e pro-ambiente della capitale sudcoreana: “Tokyo rilascerà l’acqua radioattiva dopo averla diluita a livelli non dannosi per l’uomo. Ma la diluizione non cambierà il totale di radioattività dispersa”.
Anche la Cina critica con forza il piano del Giappone, definendolo dannoso per la salute pubblica, e accusando Tokyo di aver deciso di smaltire le acque reflue nucleari senza riguardo per i dubbi e l’opposizione interni ed esteri. Il ministero degli Esteri cinese in una nota ha esortato Tokyo a gestire la vicenda in maniera responsabile.
Il Dipartimento di Stato americano fa invece notare che “il Giappone è stato trasparente nella sua decisione e sembra aver adottato un approccio in linea con gli standard di sicurezza nucleare globalmente accettati”.
Il primo ministro Suga ha dichiarato: “L’eliminazione dell’acqua trattata è un tema inevitabile nel quadro dello smantellamento dell’impianto di Fukushima Daiichi. Il piano verrà attuato nel momento in cui si sarà garantito che gli standard di sicurezza siano stati approvati con ampio margine e si siano adottate misure rigorose per evitare danni”. Lo sversamento non dovrebbe iniziare prima di due anni.