Golpe in Birmania, legge marziale a Mandalay. L’UE chiede una riunione straordinaria all’Onu
Ancora alta tensione in Birmania dopo il golpe. Il regime militare ha decretato la legge marziale in molte zone di Mandalay, la seconda città del Paese. Agli abitanti sarà vietato protestare o riunirsi in gruppi di più di cinque persone. Entra in vigore il coprifuoco dalle 20 alle 4 del mattino. Lo hanno reso noto le autorità.
E’ il terzo giorno consecutivo di proteste dopo il colpo di Stato che ha deposto il governo di Aung San Suu Kyi, ed il clima non accenna a migliorare. La tv di Stato aveva lanciato un avvertimento sulle possibili azioni contro le minacce alla “sicurezza pubblica. In un comunicato trasmesso dal canale Mrtv, il regime militare ha dichiarato che “Occorre agire secondo la legge con misure efficaci contro i reati che disturbano, impediscono e distruggono la stabilità dello Stato, la sicurezza pubblica e lo stato di diritto”. Stamane la polizia ha usato cannoni ad acqua contro i manifestanti nella capitale, provocando alcuni feriti. Finora la giunta militare che ha ripreso il controllo del Paese si era astenuta dall’uso della forza per reprimere le proteste.
L’occidente non rimane a guardare. L’Unione europea e la Gran Bretagna, infatti, hanno chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio dei diritti umani dell’Onu dopo il golpe. L’ambasciatore britannico a Ginevra Julian Braithwaite ha spiegato: “Insieme all’Unione Europea abbiamo presentato una richiesta per una sessione speciale sulle implicazioni per i diritti umani della crisi in Myanmar”.