Guerra in Medio Oriente: è finita la tregua e sono ripresi i bombardamenti
E’ finita questa mattina alle 6 (ora italiana) e dopo una settimana, la tregua tra Israele e Hamas, con le Forze di difesa israeliane che hanno ripreso i combattimenti nella Striscia di Gaza. Lo stop al cessate il fuoco è arrivato all’indomani dell’attentato rivendicato dall’organizzazione terroristica a Gerusalemme. A tal proposito il messaggio dell’esercito dello Stato ebraico diffuso sui social recita: “Hamas ha violato la tregua e ha sparato contro il territorio israeliano”. Per questo motivo le Idf hanno “ripreso i combattimenti contro l’organizzazione terroristica Hamas a Gaza”.
Iniziati quindi i raid, con caccia israeliani che stanno bombardamento obiettivi di Hamas nell’enclave palestinese. Inoltre, l’esercito israeliano su X ha comunicato: “a seguito delle sirene che hanno suonato nelle comunità vicino a Gaza, la squadra di difesa aerea dell’Idf ha intercettato con successo un lancio da Gaza”.
Hamas “ha violato il quadro di riferimento” per la pausa nelle ostilità, “non ha mantenuto gli impegni per il rilascio di tutte le donne tenute in ostaggio e ha lanciato razzi contro Israele”, afferma una dichiarazione dell’Ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu di cui danno notizia i media israeliani. “Con la ripresa dei combattimenti” si sottolinea che “il governo di Israele è impegnato a raggiungere gli obiettivi della guerra” ovvero “liberare i nostri ostaggi, eliminare Hamas e garantire che Gaza non possa mai più minacciare la popolazione di Israele”.
Intanto dagli Stati Uniti arriva la notizia che il governo israeliano era al corrente del piano di battaglia di Hamas per l’attacco del 7 ottobre più di un anno prima che accadesse. A scriverlo è il New York Times. Viene precisato che in un documento di circa 40 pagine, che le autorità israeliane chiamarono in codice “Muro di Gerico”, veniva delineato, punto per punto, esattamente il tipo di devastante invasione che ha poi portato alla morte di circa 1.200 persone. Il documento tradotto, esaminato dal Nyt, non fissava una data per l’attacco, ma descriveva un attacco metodico progettato per distruggere le fortificazioni attorno alla Striscia di Gaza, prendere il controllo delle città israeliane e assaltare le principali basi militari, incluso il quartier generale di una divisione.