Liberi quattro ostaggi israeliani. Hamas: Nell’operazione morti 210 palestinesi

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Le forze speciali dell’Israel Defense hanno liberato in un’operazione speciale quattro ostaggi israeliani prigionieri, dal 7 ottobre scorso, nel centro di Gaza. Tra loro c’è anche Noa Argamani, la ragazza divenuta il simbolo dell’attacco di Hamas a Israele per via di un video del rapimento che aveva fatto il giro del mondo. Quelle immagini mostravano la donna caricata di forza su una moto dai miliziani di Hamas mentre piangeva e urlava “non uccidetemi” prima di essere rapita e portata via. Gli altri tre liberati nell’operazione israeliana sono Shlomi Ziv, Almog Meir Jan e Andrey Kozlov. Tutti i quattro giovani, che hanno trascorso gli ultimi mesi in due luoghi diversi del campo profughi di Nuseirat, sono oggi in buone condizioni di salute.

Secondo quanto riporta la Cnn, però, nell’operazione per liberare i quattro ostaggi è morto un ufficiale israeliano e sono rimasti uccisi circa 100 palestinesi. Hamas, invece, parla di almeno 210 morti tra i palestinesi, afferma che gli ostaggi in mano all’organizzazione sono ancora numerosi e minaccia che quel numero potrebbe crescere ulteriormente. Il primo ministro Benjamin Netanyahu prende nuovamente posizione: “Oggi Israele non cede al terrorismo. Non ci fermeremo finché non avremo completato la missione e riportato a casa tutti i rapiti”. Ma intanto l’Onu inserisce Israele in una black list per aver “commesso gravi violazioni contro i bambini”. Dal canto suo, il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, afferma: “Il nostro popolo non si arrenderà e la resistenza continuerà per difendere i nostri diritti di fronte a questo nemico criminale”.

Il presidente americano Joe Biden commenta con soddisfazione la liberazione degli ostaggi israeliani. “Gli Stati Uniti continueranno a lavorare fino a quanto “tutti” gli ostaggi nelle mani di Hamas non saranno liberati”, ha detto il capo della Casa Bianca in conferenza stampa da Parigi insieme al suo omologo francese, Emmanuel Macron. “Non smetteremo di lavorare finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa”. Intanto, il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha incaricato l’inviato palestinese presso le Nazioni Unite di richiedere una sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere le ripercussioni di quello che ha definito “un raccapricciante massacro“. “L’assalto israeliano al campo di Nuseirat – scrive l’agenzia palestinese Wafa – è costato la vita “a centinaia di martiri e ne ha lasciati numerosi altri feriti”. Abbas ha dunque sottolineato che Israele continua a sfruttare il silenzio internazionale e il sostegno degli Stati Uniti per “perpetrare crimini che violano tutte le risoluzioni sulla legittimità internazionale e il diritto internazionale”.