Ilaria Salis, in aula per il processo legata mani e piedi. Farnesina convoca ambasciatore ungherese a Roma
La procura ungherese ha chiesto 11 anni di carcere per Ilaria Salis, l’insegnante italiana detenuta per aver partecipato agli scontri con i neonazisti europei dell’11 febbraio 2023. La militante antifascista milanese 39enne, all’apertura del processo oggi a Budapest, si è dichiarata non colpevole. Salis è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti.
Stando al racconto dell’Ansa, presente all’udienza a Budapest, una donna delle forze di sicurezza ungheresi la trascinava per la catena. La donna da circa metà febbraio è in prigione, costretta a vivere – stando alla denuncia del padre – in una situazione “pietosa e disumana”. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani chiedendo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti della cittadina italiana. Il vicepremier ha poi dato disposizioni al segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, di convocare l’ambasciatore ungherese a Roma per un passo di protesta per le condizioni di detenzione della cittadina italiana. Parallelamente domani l’ambasciatore d’Italia in Ungheria effettuerà un passaggio presso le autorità ungheresi.
Ilaria Salis dovrà rispondere di tentato omicidio colposo in concorso e si è vista negare la revoca della custodia cautelare per il presunto pericolo di fuga. Il processo è stato aggiornato al 24 maggio.