Israele dichiara lo stato di guerra. Usa chiedono all’Onu di condannare Hamas. Tajani: “Evitare un’escalation”
Israele dichiara lo stato di guerra e si prepara ad un conflitto di lunga durata, compresa la probabile operazione di terra a Gaza, al cui confine si sta ingrossando lo schieramento di tank. Il nuovo bilancio dei morti israeliani è di 700. Sono 2.500 i feriti, moltissimi gravi. Sul fronte palestinese i morti sarebbero 413 e 2.300 i feriti.
Intanto Hamas ha affermato di aver lanciato “un massiccio attacco missilistico con 100 razzi” su Ashkelon, nel sud di Israele. I razzi sono stati lanciati contro la città costiera in risposta alle forze di difesa israeliane per aver “preso di mira le nostre safe house”, ha riferiro il braccio armato del gruppo palestinese, secondo quanto riporta la Cnn. La polizia israeliana ha poi spiegato che è stato colpito un edificio residenziale e un bambino di 8 anni sarebbe rimasto ferito in modo lieve.
“Il rischio che il conflitto fra Israele e Hamas possa espandersi c’è, ma la diplomazia internazionale sta lavorando per evitarlo”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Lo stesso, intervenuto a “Stasera Italia weekend” su Rete4 , ha continuato: “Stiamo lavorando con gli Usa, la Francia, la Germania e i Paesi arabi per evitare un’escalation. Stiamo facendo tutto il possibile per fare in modo che il conflitto non si allarghi. Certo serve un segnale anche da Hamas, in particolare sugli ostaggi”, ha detto il ministro. “Nessuno può pensare di cancellare Israele dalla mappa”, ha poi aggiunto.
La condanna degli Usa. Gli Stati Uniti hanno invitato tutti i membri del Consiglio di Sicurezza Onu, riunito a porte chiuse al Palazzo di Vetro, a “condannare fortemente” l’offensiva di Hamas contro Israele. Il vice ambasciatore americano Robert Wood a margine dell’incontro ha detto: “Ci auguriamo che tutti i membri del Consiglio condannino fermamente quanto accaduto”. Lo stesso ha poi ribadito che si è trattato di “atroci atti terroristici commessi contro il popolo israeliano e il suo governo”. Secondo fonti diplomatiche, i membri del Cds stanno valutando la possibilità di rilasciare una dichiarazione congiunta, ma le discussioni sono complesse.
Cittadino italiani rientrati in fuga dalla guerra con Hamas. Sono di Como, Milano e Trento i primi cittadini italiani rientrati ieri sera all’aeroporto di Malpensa da Israele con il volo 0387 LY partito da Tel Aviv. A bordo molti giovani.