Israele in massima allerta per attacco dell’Iran, Tajani convoca il G7: “Italiani via dal Libano”

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Il segretario di Stato Antony Blinken ha confermato al G7 che l’attacco dell’Iran e di Hezbollah contro Israele potrebbe avvenire nelle prossime 24 ore, ovvero già oggi. Lo riporta Axios citando alcune fonti.

Intanto Israele prenderebbe in considerazione la possibilità di lanciare un attacco preventivo per scoraggiare l’Iran se venisse a conoscenza di prove inconfutabili che Teheran si sta preparando a sferrare un’offensiva: lo scrivono i media ebraici dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri sera i capi della sicurezza israeliana per una riunione. Lo riporta il Times of Israel.
All’incontro hanno partecipato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar.
Secondo quanto riferito, Israele non sa cosa aspettarsi dall’Iran e dai suoi alleati e sta quindi discutendo un’ampia gamma di opzioni su come rispondere al meglio o prevenire un attacco. Durante l’incontro con Netanyahu, è stata discussa l’opzione di colpire l’Iran come misura di deterrenza, secondo quanto riportato da Ynet, anche se i funzionari della sicurezza hanno sottolineato che una tale mossa sarebbe autorizzata solo se Israele ricevesse informazioni precise che confermino che Teheran sta per lanciare un attacco. Secondo le indiscrezioni, per una simile iniziativa le prove in mano a Israele dovrebbero inoltre coincidere con quelle statunitensi, ma anche in questo caso Israele potrebbe comunque scegliere di evitare la strada dell’attacco preventivo.

Il capo del Centcom, il Comando centrale americano, Michael Kurilla, arriverà in queste ore in Israele “per finalizzare il coordinamento con le Idf in vista di un possibile attacco iraniano” secondo quanto ha detto una fonte israeliana al giornalista di Axios Barak Ravid.

Intanto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha convocato i suoi omologhi dei Paesi G7 per “concordare un’azione politica e diplomatica che in extremis possa evitare uno scontro militare”. Al termine dell’incontro, Tajani ha affermato: “Invitiamo le parti interessate a desistere da qualsiasi iniziativa che possa ostacolare il percorso del dialogo e della moderazione e favorire una nuova escalation”, si legge in una nota in cui è stata ribadita anche la necessità di portare avanti i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.

Come fatto da altre capitali occidentali, anche l’Italia con Tajani ha invitato i connazionali a lasciare il Libano.
Il ministro ha chiesto agli italiani nel Paese di “non recarsi assolutamente nel Sud e di rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile”. Circa tremila i civili che attualmente si trovano in Libano, mentre sono stati aggiornati i piani di evacuazione, con tre navi della Marina militare a disposizione per i rimpatri. Restano al loro posto i 1.200 soldati dispiegati sulla Linea Blu e a Beirut. La missione Unifil resta operativa anche se la “situazione è preoccupante”.