L’Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza per la prima volta. Gli Usa si astengono: ira di Israele
Dopo mesi di stallo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato per la prima volta la risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Una decisione arrivata dopo vari flop causati anche dal potere di veto concesso ai membri permanenti come Russia, Cina e Usa. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione degli Stati Uniti, si chiede “un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad una tregua durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie» sulla Striscia. La risoluzione è stata salutata con un lungo applauso. “Deve essere attuata perché il fallimento sarebbe imperdonabile” scrive su X il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres.
E mentre Hamas esulta per l’approvazione della risoluzione Onu, Israele punta il dito contro l’astensione degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro. Il premier Netanyahu cancella la visita della delegazione israeliana alla Casa Bianca. “E’ un grave passo indietro” tuona Tel Aviv. “Questo ritiro – afferma l’ufficio del premier – colpisce lo sforzo bellico e per liberare i nostri ostaggi perché offre a Hamas la speranza che pressioni internazionali gli consentiranno di ottenere un cessate il fuoco senza liberare i nostri ostaggi”.
Critiche anche all’Onu. “E’ una vergogna che la risoluzione non condanni l’attacco di Hamas del 7 ottobre” dichiara l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Erdan. Mentre il ministro Esteri israeliano Katz su X scrive: “Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa”.
Su Telegram Hamas scrive: “Il movimento ha informato i mediatori che il movimento si attiene alla sua posizione e visione presentata il 14 marzo perché la risposta dell’occupazione non ha risposto a nessuna delle richieste fondamentali del nostro popolo e della nostra resistenza: un cessate il fuoco completo, il ritiro dalla Striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri”. E ancora: “Il movimento ribadisce che Netanyahu e il suo governo estremista hanno la piena responsabilità di aver vanificato tutti gli sforzi negoziali e di aver ostacolato il raggiungimento di un accordo fino ad oggi”.
Intanto l’Aeronautica britannica ha paracadutato oltre dieci tonnellate di generi alimentari sulla Striscia di Gaza, dove la popolazione è sull’orlo di una carestia “imminente”. Il governo di Londra in una nota ha fatto sapere che gli aiuti lanciati “consistono in acqua, riso, farina, conserve ed alimenti per bebé”. Sempre nella noto si sottolinea che il Regno Unito ha triplicato il bilancio per gli aiuti per Gaza ma che c’è il desiderio di andare oltre per ridurre le sofferenze della popolazione.