Lula non si consegna. Rimane nel sindacato. Troppo pericolosa la cattura
L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva non si è consegnato alle forze di polizia per scontare la pena a 12 anni di carcere inflittagli per corruzione confermata in seconda istanza. Al momento è chiuso nella sede del sindacato metallurgico Abc di Sao Bernardo dos Campos alla periferia di San Paolo, appoggiato da una folta schiera di sostenitori pro Lula che rendono impossibile il suo arresto.
Lula è formalmente alla disposizione della polizia federale se i suoi agenti vengono ad arrestarlo “non ci sarà resistenza, né ci sarà violenza”, ha dichiarato il suo avvocato Josè Roberto Batochio, ma non intende consegnarsi spontaneamente, “non intende andare al macello a testa bassa, per sua libera e spontanea volontà”.
Fonti della polizia di San Paolo hanno però indicato ai media locali che non intendono procedere a un’operazione per arrestare l’ex presidente perché sarebbe un’azione che comporterebbe un “rischio di sicurezza troppo grande, tanto per il detenuto come per i poliziotti”, visto l’alto numero di sostenitori presenti nel sindacato.
“Sia chiaro che non vi è, da parte del presidente Lula, nessuna disubbidienza al mandato del giudice Moro” ha detto la presidente del Partito dei Lavoratori (Pt), Gleisi Hoffmann. Era stato chiesto dal magistrato, per evitargli l’arresto pubblico, con le auto della polizia a casa o nella sede del partito, con manette in vista e le immagini rilanciate dai diversi media, di presentarsi spontaneamente ma ciò non è successo.
Secondo indiscrezioni l’ex presidente brasiliano si consegnerà spontaneamente alla polizia entro questa sera. Secondo un’indiscrezione che sta prendendo sempre più corpo, Lula avrebbe chiesto e ottenuto tramite i suoi legali di posticipare di 24 ore la costituzione in carcere per assistere alla messa in suffragio della moglie Marisa Letìcia morta un anno fa.