Medio Oriente, regge il cessate il fuoco tra Israele e Hamas
Il cessate il fuoco, per ora, pare reggere. Dopo 11 giorni di guerra, alle 2 di notte (locali), Israele e Hamas hanno fermato le ostilità annunciando la conclusione delle rispettive operazioni militari. E Tel Aviv va verso la revoca delle misure d’emergenza. Ma il contesto rimane molto teso. La polizia israeliana, al termine delle preghiere del venerdì, ha fatto ingresso nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Gli agenti, secondo le informazioni giunte ai media, avrebbero disperso la folla con granate assordanti. Finora non si ha però notizia di feriti.
Una tregua, raggiunta grazie all ruolo di mediazione di Egitto e Onu, che però riguarda solo l’interruzione dei bombardamenti di Israele su Gaza, non l’inizio di un possibile negoziato di pace, “unica via”, quest’ultima “per spezzare il ciclo di violenza” come sostenuto dal ministro degli Esteri Luigi di Maio. Soddisfazione per il cessate il fuoco è stata espressa anche da Berlino: Steffen Seibert, portavoce della cancelliera Angela Merkel, ha precisato che “adesso questa condizione deve anche essere rispettata e che l’unica via possibile sia un negoziato su una soluzione a due Stati.
l segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha annunciato con un tweet che si recherà “nella regione nei prossimi giorni” per colloqui con il capo della diplomazia israeliana, i leader israeliani, palestinesi e regionali. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, incontrando la stampa al Palazzo di Vetro a New York, ha anche esortato la comunità internazionale a cooperare con le Nazioni Unite per la ricostruzione dei Territori palestinesi. Per Guterres, i leader israeliani e palestinesi hanno la responsabilità di rilanciare un dialogo serio. E proprio “per completare i colloqui sul cessate il fuoco” tra le parti, la delegazione della sicurezza egiziana è arrivata a Gaza per incontri con Hamas e le altre fazioni palestinesi.
“L’obiettivo era riportare la sicurezza, e 11 giorni di guerra hanno cambiato con Hamas le regole del gioco, anche per il futuro” commenta il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel primo giorno della tregua mentre a Gaza sono stati estratti i corpi di altre vittime. Il numero aggiornato dei palestinesi morti sale quindi a 243: fra loro 66 bambini e 39 donne.