Migranti, un video del New York Times inchioda la Grecia: immigrati imbarcati a Lesbo e abbandonati in mare
I fatti sarebbero avvenuti l’11 aprile del 2023. Atene ha sempre negato le accuse di respingimento dei migranti ma queste immagini, girate dall’attivista austriaco Fayad Mulla, inchiodano la Grecia alle sue responsabilità. Il quotidiano statunitense ha contattato undici dei migranti costretti ad abbandonare la Grecia dalla Guardia costiera e che provengono da Somalia, Etiopia ed Eritrea. Hanno avuto paura di morire, raccontano dal campo profughi di Smirne, in Turchia. “Hanno detto che lavoravano per Medici senza frontiere“, ha spiegato una delle protagoniste ai microfoni del Nyt. Tra di loro anche donne giovani e anziane e addirittura dei bambini, il più piccolo di appena 6 mesi. “Non ci aspettavamo di sopravvivere quel giorno – ha raccontato Aden, una 27enne della Somalia – Quando ci hanno messo sulla zattera gonfiabile, lo hanno fatto senza alcuna pietà”.
Ad “incastrare” le autorità turche, oltre al video dell’attivista, anche le informazioni diffuse da Msf dopo la pubblicazione dell’inchiesta. In un breve comunicato, il team di Medici senza frontiere spiega che a Lesbo, l’11 aprile scorso, erano arrivate 103 persone, ma che loro erano riusciti a soccorrerne solo 91: ne mancavano 12, lo stesso numero di coloro che sono stati respinti.
Il Nyt ha anche provato a chiedere un commento al governo greco, che però non ha mai risposto. Durante la sua campagna elettorale a Lesbo, in vista delle elezioni generali del 21 maggio, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha difeso le politiche migratorie “dure ma giuste” del suo governo vantandosi di un calo del 90% nell’arrivo di “migranti illegali”.