Mosca: “Mariupol è nostra”. Putin ferma l’attacco all’acciaieria, Kiev chiede un corridoio per i 1.500 rimasti
La guerra in Ucraina è al cinquantasettesimo giorno e il ministro della Difesa della Russia Sergej Shoigu, durante un incontro con Putin trasmesso dalla tv statale, annuncia che la città di Mariupol è sotto il controllo russo. Lo stesso presidente russo ha parlato di un “successo militare” dicendo poi di aver fermato l’assalto finale all’acciaieria Azovstal perché ritenuto “non opportuno”. Dentro la fabbrica ci sarebbero ancora 2mila soldati ucraini. L’esercito russo sostiene che ci vorranno 3-4 giorni per completare le “operazioni” nella Azovstal. Putin ha promesso di salvare la vita a chi si arrenderà.
“A Mariupol quasi tutto è stato distrutto, circa il 95-98% di tutti gli edifici” Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista al canale francese BFMTV. “Bloccati i locali, i bambini, gli anziani e i militari. È come un’operazione terroristica da parte della Federazione Russa contro Mariupol e gli abitanti di questa città. Tutto è stato distrutto – ha detto – Vi stiamo parlando di scuole, asili nido, comuni quartieri residenziali, fabbriche, lungomare, questa è una cittadina di mare”.
La Russia ha anche annunciato di aver testato con successo Sarmat un nuovo missile balistico intercontinentale. Secondo il ministero della Difesa, la tecnologia militare permette di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura”. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che il nuovo missile darà garanzie di sicurezza a Mosca “contro le attuali minacce” e “farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia”.
Intanto la vice premier ucraina Iryna Vereschuk su Telegram ha detto: “Chiediamo ai russi un corridoio umanitario urgente dallo stabilimento Azovstal di Mariupol. Ora ci sono circa mille civili e 500 soldati feriti. Devono essere tutti evacuati da Azovstal oggi. Invito i leader mondiali e la comunità internazionale a concentrare i loro sforzi su Azovstal ora. Ora questo è un punto chiave e un momento chiave per lo sforzo umanitario!”.