Mosca nega utilizzo sostanze chimiche a Mariupol. Zelensky chiede armamenti
La guerra in Ucraina entra nel suo quarantottesimo giorno. I russi si stanno riposizionando nella parte meridionale del fiume Bug e al confine con la regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, a renderlo noto è il “Comando operativo Sud” delle forze armate ucraine: le forze russe cercheranno di prendere il controllo di Mariupol prima di entrare nella regione di Donetsk. Secondo lo Stato maggiore ucraino, la Russia sta raggruppando e trasferendo unità nelle regioni bielorusse e a Voronezh nella Federazione Russa, e trasferendo forze aeree e spaziali in aeroporti vicini ai confini orientali dell’Ucraina. Kharkiv resta parzialmente bloccata. Obiettivo, oltre al controllo di Mariupol, catturare Popasna e lanciare un’offensiva verso Kurakhove per raggiungere poi i confini di Donetsk.
Il presidente ucraino Zelensky afferma che i militari russi hanno lasciato mine ovunque e che Mosca avrebbe consentito l’uso di una sostanza velenosa a Mariupol. Le forze separatiste filorusse a Donetsk hanno invece negato l’uso di armi chimiche a Mariupol, come aveva denunciato dal battaglione Azov, che ieri sera su Telegram aveva scritto: “Le forze di occupazione russe hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini nella città di Mariupol”. Secondo Azov, la sostanza tossica sconosciuta, lanciata da un drone, avrebbe provocato nelle vittime insufficienza respiratoria.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento lituano dichiara: “Nelle aree occupate liberate dell’Ucraina il lavoro continua per registrare e indagare sui crimini di guerra commessi dalla Russia. Quasi ogni giorno vengono trovate nuove fosse comuni. Migliaia di vittime, centinaia di casi di brutali torture. Si trovano ancora cadaveri nei tombini e negli scantinati. Corpi legati e mutilati. Zelensky aggiunge: “Sono stati denunciati centinaia di stupri, tra cui ragazze minorenni e bambini molto piccoli e persino neonati”. Zelensky torna poi a chiedere armamenti all’Occidente: “Chi non le fornisce è corresponsabile della morte di molte persone. Le truppe russe hanno lasciato mine ovunque: hanno fatto di tutto per uccidere o mutilare il maggior numero possibile di ucraini”, ha ribadito.
Il presidente russo Putin: “Quello che stiamo facendo è aiutare le persone, salvare le persone, da una parte, e dall’altra stiamo lavorando per assicurare la sicurezza della Russia. Ovviamente non avevamo scelta, questa è la decisione giusta. La Russia non si chiuderà, è impossibile isolarla” ha aggiunto. Putin non ha dubbi sul fatto che l’obiettivo di proteggere il Donbass verrà raggiunto.
Secondo l’Unicef in Ucraina circa 4,8 milioni dei 7,5 milioni di bambini sono stati sfollati dall’inizio della guerra e dei quasi tre milioni di bambini che si stima siano rimasti nelle loro case, quasi la metà potrebbe essere a rischio di non avere abbastanza cibo. Gli attacchi alle infrastrutture del sistema idrico e la mancanza di energia elettrica, secondo l’agenzia dell’Onu per l’infanzia, hanno infatti lasciato milioni di persone senza accesso o con accesso limitato all’acqua.