Mosca rifiuta proposta del card. Parolin su colloqui in Vaticano. Porto di Odessa ritorna in funzione
Duecentonovantaduesimo giorno di guerra in Ucraina: il porto di Odessa ha ripreso a funzionare dopo l’interruzione dovuta agli attacchi russi con droni iraniani che hanno lasciato senza energia elettrica l’intera città. Odessa è uno dei porti del mar Nero utilizzati per esportare cereali dall’Ucraina. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha affermato che l’ipotesi di un blackout completo in seguito ai bombardamenti russi è abbastanza realistica, ma sottolinea che la situazione instabile non spingerà gli ucraini a lasciare il Paese. Sale a due morti intanto il bilancio dell’attacco russo a Kherson.
Il governatore della regione di Zaporizhzhia ha riferito che 573 cittadini della Regione sono tenuti prigionieri dalle forze russe negli ultimi nove mesi e 232 sono ancora in ostaggio. Il governatore ha aggiunto che quando si tratta di violazioni dei diritti umani da parte delle truppe russe, le organizzazioni internazionali sono spesso impotenti.
Mosca, tramite la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ha respinto la proposta del cardinale Pietro Parolin di ospitare colloqui tra Mosca e Kiev in Vaticano. “Temo che i fratelli ceceni e buriati, oltre a me, non lo apprezzerebbero. Per quanto ricordo – ha sottolineato – non ci sono state parole di scuse dal Vaticano”. La Zakharova si riferisce alle accuse formulate nei giorni scorsi da Papa Francesco sulle crudeltà inferte ai soldati buriati e ceceni in Ucraina.
Il cardinale Pietro Parolin aveva infatti proposto di offrire uno spazio presso il Vaticano per un colloquio tra i due Paesi: “Sta a loro individuare la metodologia di lavoro e i contenuti. Dobbiamo sperare contro ogni speranza – ha dichiarato all’agenzia Sir -, anche se per ora non vedo spiragli positivi”.