Nuova Zelanda: governo pronto a una stretta sulle armi
Il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern ha reso noto che entro 10 giorni sarà annunciata la riforma della legge sulla vendita delle armi. Alcuni cittadini hanno però rinunciato volontariamente ai loro fucili semiautomatici.
Sarà inoltre avviata un’inchiesta sui servizi di intelligence: Brenton Tarrant, il suprematista australiano autore della strage di Christchurch, costata la vita a 50 persone, non era infatti mai stato schedato. Il timore è che gli 007 fossero eccessivamente concentrati sulla comunità musulmana nel rilevare e prevenire rischi per la sicurezza. Intanto Brenton Tarrant ha licenziato Richard Peters, l’avvocato d’ufficio che lo ha difeso nella sua prima apparizione davanti ai giudici sabato, annunciando l’intenzione di volersi difendere da solo e la paura è che l’uomo possa trasformare il processo in uno strumento di propaganda suprematista. L’avvocato ha detto che Tarrant gli è parso lucido e non mentalmente instabile, sebbene abbia convinzioni estremiste.
Intanto il commissario di polizia, Mike Bush, ha dichiarato che Tarrant ha agito da solo ma potrebbe aver avuto dei complici o comunque un supporto di altre persone. La polizia antiterrorismo australiana ha condotto almeno due perquisizioni in altrettante case nella provincia del New South Wales: “L’obiettivo delle operazioni – ha detto la polizia in un comunicato – è ottenere materiale che possa servire nelle indagini sulla strage. La famiglia di Tarrant, comunque, continua a collaborare all’inchiesta”.
Intanto gli organizzatori della più importante fiera delle armi in Nuova Zelanda, in programma dal 23 marzo, hanno deciso di cancellare la manifestazione “in segno di rispetto” per le vittime degli attacchi alle due moschee di Christchurch.
La preoccupazione più imminente ora è che la Jihad minacci vendetta: in un post del 15 marzo condiviso su Telegram infatti, gruppi affiliati ad Al Qaida parlano del massacro in Nuova Zelanda come di “guerra dei Crociati” contro i musulmani e promettono di rispondere con il “linguaggio del sangue”. Sul canale Telegram filo Isis Al-Asyaf Al Baghdadi, l’appello è “versare il sangue dei Crociati”, mentre altri siti citati dal Site incitano ad attaccare “le chiese” in segno di reciprocità.