Patrick Zaki sarà scarcerato. Il padre: “Grazie Italia per questo risultato”
Urla di gioia hanno accolto la notizia della scarcerazione di Patrick Zaki, oggi fuori al tribunale di di Mansura in Egitto. Finalmente, dopo ben 22 mesi, Patrick uscirà di prigione. Ma lo studente egiziano non è stato assolto dalle accuse e la prossima udienza si terrà il 1° febbraio.
Patrick, 30 anni, è stato arrestato in Egitto, dove era tornato per una vacanza, il 7 febbraio del 2020 con l’accusa di “diffusione di notizie false”. Nello specifico gli inquirenti si riferiscono a dieci post di un account Facebook che hanno diffuso notizie false, incitato alla protesta, all’istigazione alla violenza nonché a crimini terroristici. Un account che i suoi legali definiscono falso. Il rinvio a giudizio è avvenuto invece per la diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese sulla base di tre articoli scritti da lui scritti, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana.
Il portavoce di Amnesty Italia ha dichiarato: “Speriamo sia il primo passo per arrivare poi a un’assoluzione. L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”. Il papà di Zaki ha abbracciato anche i due diplomatici italiani presenti in aula ringraziandoli per l’impegno profuso dall’Italia al fine di ottenere questo risultato. “Vi siamo molto grati per tutto quello che avete fatto”.
Esprime grande soddisfazione il presidente del Consiglio Mario Draghi che, in una nota giunta da Palazzo Chigi, sottolinea come la vicenda di Zaki è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del governo italiano. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook scrive: “Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico”.
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, apprendendo la notizia ha detto: “Da quello che sappiamo, perché non abbiamo molte informazioni, la scarcerazione non significa dire liberazione, il processo è ancora in corso, quindi bisogna attendere, capire come si evolverà questa fase. Nelle prossime ore speriamo di avere informazioni più dettagliate. Bologna, in ogni caso, aspetta Patrick a braccia aperte”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Continueremo a chiedere la sua completa assoluzione e a batterci perché possa tornare al più presto ai suoi studi in Italia. Ti aspettiamo, Patrick”. Nelle mani di Sassoli lo scorso luglio era stata consegnata una petizione, lanciata dalla “Community di Bologna Station to Station” sulla piattaforma Change.org per conferire a Zaki la cittadinanza italiana, che ad oggi ha raccolto oltre 300 mila firme. I promotori della Community dicono: “Questa della scarcerazione senza assoluzione, non è gioia piena ma è comunque gioia. Attendiamo di sapere le esatte modalità del rilascio e non nascondiamo un certo timore. Sapere che Patrick potrà tornare a casa e conoscere l’interesse che tutta l’Italia e l’Europa ha riposto nel suo caso, crediamo gli sarà utile per ricostruire la sua vita. Siamo fiduciosi nel riconoscimento della sua innocenza, non vediamo l’ora di poterlo abbracciare e auspichiamo ora un atto preciso dal Governo Italiano. Cittadinanza Italiana subito!”.