Perù, scontri con la polizia a Lima. Muore un uomo di 38 anni
Scontri e vittime in Perù, dove migliaia di manifestanti hanno sfogato la propria rabbia contro la politica di Lima. I disordini sono scoppiati dopo la destituzione e l’arresto, avvenuto il 7 dicembre, del presidente di sinistra Pedro Castillo, accusato di aver tentato un colpo di stato per sciogliere il Parlamento che si apprestava a estrometterlo dal potere. E c’è anche una vittima.
Sale a 44 la conta dei morti. Secondo i media locali, l’ultima vittima sarebbe un 38enne che partecipava agli scontri con le forze dell’ordine attorno all’aeroporto internazionale di Arequipa, nel sud del Paese. Il bilancio parla anche di 38 feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. Sale intanto a 44 la conta dei morti da quando sono cominciate le proteste. Mentre il ministro dell’Interno, Vicente Romero, ha rivolto un appello ai manifestanti per “abbandonare la violenza”. Un appello che però, al momento, sembra inascoltato.
La violenza. Gli scontri segnano la peggiore violenza che il Perù abbia visto negli ultimi 20 anni. Una crisi che riflette l’enorme divario tra la capitale e le province povere che avevano visto nell’elezione del presidente Castillo, di origine amerindia, una rivalsa contro il disprezzo di Lima.