Proteste a Hong Kong contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale, 180 arresti
Più di 180 persone sono state arrestate oggi a Hong Kong, giorno del 23esimo anniversario del trasferimento dell’ex colonia britannica alla Cina, con l’accusa di aver preso parte a manifestazioni non autorizzate, comportamento turbolento, possesso di armi, rende noto il sito di notizie ufficiale cinese in lingua inglese Global Times.
Solo sette di queste persone sono state arrestate con capi di accusa previsti dalla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino ed entrata in vigore oggi, si precisa.
Ma secondo la Bbc sono le persone arrestate sarebbero decine. Per la prima volta quest’anno, le manifestazioni in favore della democrazia organizzate in occasione dell’anniversario della fine del governo britannico sono state bandite formalmente a causa del divieto di assembramento per il covid.
Ma gli arresti, scrive la Bbc, sono stati effettuati per “assembramento illegale in violazione della legge sulla sicurezza, ostruzione alla polizia e possesso di armi”. Fra le persone arrestate, anche un uomo che portava una bandiera pro indipendenza, stando a quanto riportato dalla polizia su Twitter. “E’ il primo arresto da quando la legge è entrata in vigore”, ha twittato la polizia.
Boris Johnson ha confermato oggi alla Camera dei Comuni l’intenzione del governo britannico di facilitare il regime dei visti verso gli abitanti di Hong Kong dotati dello status di “British overseas”, in modo di aprire per loro “il percorso” verso la piena cittadinanza del Regno, in risposta all’introduzione da parte della Cina della legge sulla sicurezza nazionale nell’ex colonia.
Parlando nel Question Time del mercoledì, il premier Tory è tornato a denunciare il passo di Pechino come “una chiara e seria violazione” degli accordi.
Sulla questione è intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue Borrell: “L’Unione europea ritiene essenziale che i diritti e le libertà esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati”.