Putin avverte la Nato: “Invio di truppe in Ucraina porta a escalation di guerra”

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L’invio di truppe occidentali sul terreno in Ucraina porterebbe ad un’ulteriore escalation e ad “un altro passo verso un grave conflitto in Europa e a un conflitto globale”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin mentre parlava in una conferenza stampa a Tashkent al termine di una visita in Uzbekistan, prendendo di mira in particolare il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che da sabato ha cominciato a parlare della necessità di consentire all’Ucraina di utilizzare contro la Russia gli armamenti occidentali. Un appello ripreso dall’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, secondo il quale “alcuni Paesi” dell’Unione hanno già dato il loro assenso, e anche in parte dal presidente francese Emmanuel Macron.

Il leader russo ha detto di non capire la posizione di Stoltenberg. “Quando era primo ministro norvegese abbiamo discusso di varie questioni, e a quei tempi sono sicuro che non soffriva di demenza”, ha osservato. Ma ora “non può non sapere” che l’impiego di missili come gli Atacms contro il territorio russo necessiterebbe un ruolo diretto di tecnici Nato.

La domanda è come risponderebbe Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a far sapere che “il comandante supremo”, cioè lo stesso Putin, e i vertici militari “stanno adottando contromisure adeguate e si stanno preparando”.

“La Russia sta monitorando da vicino le dichiarazioni sui possibili attacchi in profondità sul suo territorio. La Nato deve essere consapevole di ciò con cui sta giocando” è il monito del leader di Mosca.

E le parole del presidente sembrano lasciare aperto anche uno scenario di una guerra tra Russia e Nato. Il capo del Cremlino ha messo in guardia soprattutto quei Paesi europei “con un piccolo territorio ma con un’alta densità di popolazione”, che subirebbero le conseguenze più devastanti. Facile vedere un accenno agli Stati baltici, sostenitori della linea più intransigente possibile contro Mosca. Proprio loro, dunque, dovrebbero prendere in considerazione questi fattori di rischio “prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo”.

Alcuni di questi Paesi, insieme con la Polonia, si sono detti anche pronti all’invio di truppe sul terreno in Ucraina, ventilato per primo dal presidente francese Emmanuel Macron. Ciò sarebbe “un altro passo” verso “un conflitto globale”, ha commentato Putin, avvertendo che questi soldati “si troverebbero nella zona di tiro delle forze armate russe”.

“Possono andare e auguriamo loro buona fortuna – ha detto ancora – Noi faremo ciò che riteniamo opportuno, indipendentemente da chi si trova sul territorio dell’Ucraina”. Quanto agli istruttori occidentali, essi si trovano già nel Paese – ha assicurato – e manovrano gli armamenti ad alta precisione forniti da Paesi Nato nascondendosi dietro “le spoglie di mercenari”.

“Dovrebbe essere possibile colpire questi luoghi in modo circoscritto. E non credo che questo porti una escalation”. È quello che ha detto Emmanuel Macron, a Meseberg con Olaf Scholz, a proposito della autorizzazione agli ucraini a colpire gli obiettivi in Russia dai quali partono i missili che colpiscono l’Ucraina da quando la Russia ha “modificato” la sua strategia. Il presidente francese ha anche assicurato che “non si colpiranno altri luoghi, né obiettivi civili”.