Qatargate, ci sarebbe un pentito. Uno dei coinvolti avrebbe rivelato dettagli alla polizia
Ci sarebbe un pentito nell’inchiesta sulla corruzione legata al Qatar. È uno dei nuovi particolari emersi nelle ultime ore in merito al caso che ha messo in difficoltà il Parlamento Europeo. Secondo quanto raccolto da alcuni quotidiani, una delle persone coinvolte si sarebbe messa in contatto con gli inquirenti descrivendo loro come sia stata articolata la cosiddetta rete Panzeri. Quindi avrebbe illustrato le attività dell’Ong “Fight Impunity” facendo i nomi di chi ha collaborato con l’ex eurodeputato.
Indiscrezioni da confermare. Ma in base alle indicazioni del pentito, la polizia belga avrebbe fatto scattare nuove perquisizioni nella sede del Parlamento inviando agenti anche a Strasburgo. Dopo aver setacciato alcuni uffici gli inquirenti hanno posto i sigilli nella stanza del deputato del Partito Democratico Andrea Cozzolino e dell’assistente di Alessandra Moretti. Sigillati anche gli uffici della responsabile di unità della sottocommissione Diritti umani Mychelle Rieu.
L’inchiesta in Qatar arriva a coinvolgere anche l’alta burocrazia dell’Europarlamento. E mentre qualcuno ha chiesto di sospendere tutti i deputati coinvolti, sono arrivate le prime autosospensioni: il coordinatore delle urgenze Cozzolino, il relatore ombra per il dossier della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni Piero Bartolo, la presidente della commissione per i diritti umani Maria Arena. Anche Marc Tarabella ha lasciato il gruppo. L’Assemblea parlamentare europea si prepara invece ad estromettere dalla vicepresidenza Eva Kaili, finita al centro del cosiddetto “Qatargate”.