Ragazzi nella grotta in Thailandia: muore un soccorritore. Lʼossigeno scende sotto il 15%
Si fanno sempre più complicate le operazioni di soccorso dei 12 giovani calciatori e del loro allenatore intrappolati nella grotta di Tham Luang. Il portavoce delle operazioni di soccorso ha annunciato che uno dei Navy Seals thailandesi impegnato nelle operazioni di soccorso è morto per mancanza di ossigeno. L’uomo, che aveva 38 anni, ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di farlo rianimare sono falliti. Si fanno più complicate le operazioni di soccorso visto che si stava lavorando per insegnare ai ragazzi tecniche sub per uscire dalla grotta.
Al momento la morte del subacqueo solleva seri dubbi sulla sicurezza del tentativo di portare fuori i 12 ragazzi e l’allenatore di calcio attraverso i passaggi angusti della caverna profonda e coperta d’acqua in alcuni tratti del percorso lungo oltre 2 chilometri. Molti dei ragazzi, tra gli 11 e i 16 anni, non sanno nuotare e i subacquei stanno insegnando loro i rudimenti del diving. Ma i passaggi dove è necessario immergersi sono strettissimi e i ragazzi potrebbero dover nuotare soli al buio in acque fangose. Il comandante della marina thailandese, che coordina le operazioni, ha detto che i soccorritori potrebbero avere poca scelta considerato l’arrivo del monsone e il fatto che nelle grotte si stia riducendo l’ossigeno.
Non bisogna sottavalutare il fatto che sono necessarie 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l’entrata della grotta Tham Luang e il punto dove i 12 giovani calciatori e il loro allenatore sono bloccati da ormai dodici giorni. Lo hanno rivelato alcuni soccorritori che hanno percorso avanti e indietro i quattro tortuosi chilometri di distanza, parte dei quali ancora sommersi. In particolare, mentre il primo tratto consente ormai di camminare con i piedi nell’acqua, l’ultimo chilometro abbondante tra la terza base intermedia – che funge da area di sosta e di rifornimento per i soccorsi – e i ragazzi, viene percorso in circa tre ore.
E’ improbabile che l’intero percorso venga liberato dall’acqua prima del weekend, quando sono previste nuove piogge. Anche per questo, all’esterno della grotta altre squadre di soccorritori continuano a perlustrare la giungla sulle pendici della montagna, nella speranza di individuare un’entrata alternativa dalla quale possano essere fatti uscire i ragazzi.
Al momento il livello dell’ossigeno nella grotta è sceso al 15%, ben sotto al valore normale del 21%. Lo hanno annunciato i responsabili delle operazioni di soccorso, senza specificare quanta autonomia di respirazione abbia il gruppo intrappolato circa quattro chilometri all’interno. Si continua a lavorare nella posa di un tubo lungo 5 Km, che possa immettere ossigeno nella cavità.