Raid israeliani sulla Striscia di Gaza, l’esercito si prepara all’attacco via terra
Israele si prepara alla grande offensiva sulla Striscia di Gaza, ma lo farà solo una volta che i civili avranno lasciato Gaza. A spiegarlo, alla Cnn è il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). “E’ davvero importante – ha detto il tenente colonnello Jonathan Conricus – che la gente a Gaza sappia che siamo stati molto, molto generosi con il tempo”.
I bombardamenti, nell’ottava notte di guerra, sono continuati sulla Striscia, ma anche al confine con il Libano e su Aleppo, in Siria, mentre prosegue con grande difficoltà la fuga dal nord dell’enclave e si attende l’annunciato avvio di una operazione israeliana di terra in larga scala. I preparativi in fase finale, ha detto il portavoce militare, riguardano “una significativa operazione di terra” a Gaza che sarà ampliata con un “largo ventaglio di piani operativi” che includono attacchi dall’aria, dal mare e da terra.
E mentre gli Usa schierano una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale, Biden ribadisce che quello di Hamas è il “peggior massacro di ebrei dall’ Olocausto” ma che i palestinesi non sono Hamas. Il presidente Usa chiama Netanyahu e Abu Mazen raccomandando garanzie umanitarie. L’Iran promette una risposta se Israele continuerà l’attacco.
Intanto a Gaza l’esodo della popolazione verso il sud, dopo l’ordine dato da Israele, si sta svolgendo in maniera caotica. Gli stessi militari hanno accusato Hamas di aver ostacolato lo spostamento dei palestinesi. Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha detto chiaramente che “i residenti di Gaza sono profondamente radicati nel loro territorio e non lo lasceranno mai”.
E la preoccupazione sale anche nel resto del mondo dopo l’appello alla Jihad: secondo gli 007 americani, il messaggio è stato diffuso sui canali Telegram da Al Qaeda affinché i musulmani si mobilitino nel mondo contro obiettivi israeliani e americani. In particolare, secondo quanto si apprende, nei messaggi si inviterebbero i musulmani a colpire i cittadini di religione ebraica nonché le basi militari, le ambasciate e gli aeroporti statunitensi nei paesi musulmani. Si indicano come possibili obiettivi anche gli altri paesi che offrono appoggio a Israele.