Razzismo, Coca Cola si unisce al boicottaggio di Facebook: stop alla pubblicità
Contenuti di matrice razzista e che incitano all’odio. Per queste ragioni Coca Cola ha annunciato di essersi unita al boicottaggio di Facebook, Instagram, YouTube, Twitter e degli altri social media accusati di non fare abbastanza in questo senso, prendendo così parte alla protesta cominciata con l’uccisione dell’afroamericano George Floyd, soffocato dall’agente di polizia Derek Chauvin.
La grossa impresa a stelle e strisce ha fatto sapere che per almeno un mese – a partire dal primo luglio – sospenderà tutte le sue pubblicità sui canali digitali facenti capo a mister Facebook. Al boicottaggio, promosso dalla campagna Stop Hate for Profit, hanno aderito altri colossi come Unilever e Verizon.
Ecco perché le finanze di Mark Zuckerberg sono in caduta libera. Il fondatore del social network più famoso al mondo avrebbe già perso qualcosa come 7,2 miliardi di dollari di ricchezza personale. Le azioni del gruppo infatti hanno chiuso la settimana di contrattazioni a Wall Street perdendo l’8,3%, il risultato peggiore degli ultimi tre mesi.
Inoltre, secondo il Bloomberg Billionaires Index, con il calo di 56 miliardi di dollari del valore di mercato di Facebook il patrimonio del suo fondatore è sceso a 82,3 miliardi di dollari.“Soltanto” un quarto posto nella classifica dei Paperoni per mister Facebook, scivolato dietro al re del lusso Bernard Arnault, boss di Louis Vuitton, che divide il podio con Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e Bill Gates, fondatore di Microsoft.
Solo per fare un esempio delle cifre di cui si sta parlando rispetto alle campagne pubblicitarie, Coca Cola e Verizon l’anno scorso hanno speso in pubblicità social oltre 22 miliardi di dollari a testa, come riporta Ansa. Il gigante anglo-olandese Unilever ha speso quasi il doppio: oltre 42 milioni. Honda America 6 milioni, mentre i jeans Levi’s hanno sborsato 2,8 milioni.