Si apre a Parigi il processo per le stragi del Bataclan e allo Stade De France. 14 gli imputati
13 novembre 2015. La data che Parigi non dimenticherà mai. La data degli attentati al Bataclan, allo Stade de France e nei bistrot della capitale francese. Urla e spari, persone che si nascondevano dalla furia dei terroristi, fuga degli estremisti verso il Belgio, verso Molenbeek, quartiere di Bruxelles fortemente radicalizzato. 130 le vittime, 400 i feriti.
Oggi la Francia prova a voltare pagina, o quantomeno a scriverne una nuova. Si è aperto a Parigi il maxiprocesso per le stragi, sono 14 gli imputati e tra loro c’è l’unico kamikaze sopravvissuto, Salah Abdselam, tra i 10 che quella notte seminarono il terrore. 1.800 le parti civili, 550 le persone presenti nell’aula bunker appositamente costruita.
Nonostante Abdeslam sia detenuto da 5 anni in un carcere di massima sicurezza, il regime di massima detenzione non sembra averlo scalfito. Il franco-marocchino si è definito ‘un combattente dello Stato Islamico’: quando il presidente della Corte, Jean-Louis Peries, gli ha chiesto di declinare le sue generalità, Abdeslam ha detto: “Ci tengo, innanzitutto a testimoniare che Allah è l’unico dio e che Maometto è il suo messaggero”. “Questo lo vedremo dopo”, la secca replica del giudice. E sulla domanda a proposito della professione, il terrorista ha detto di ‘aver abbandonato la professione per diventare un combattente dello Stato Islamico’.
Il processo, cominciato oggi, durerà 9 mesi.