Sinodo Amazzonia: la Chiesa apre uno spiraglio ai preti sposati
Il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia apre uno spiraglio ai preti sposati. Si tratta dei diaconi permanenti. Persone, anche sposate e con famiglia, che hanno fatto già un percorso nella Chiesa fino ad arrivare all’ultimo gradino prima del sacerdozio.
Di certo è stato il punto del documento del Sinodo (il numero 111), con più voti contrari: 41 “non placet” contro 128 “placet”. Ma è passato. In esso i vescovi riuniti in Vaticano chiedono al Papa esplicitamente la possibilità di valutare per le zone del pianeta dove c’è scarsità di preti l’ordinazione sacerdotale di uomini, possibilmente presi fra i diaconi permanenti, “che già hanno una famiglia legittimamente costituita e stabile”. Se la proposta verrà giudicata positivamente da Francesco – l’uscita di un suo testo è prevista entro un anno – in futuro potranno esserci anche nella Chiesa cattolica i sacerdoti sposati, così come già avviene per alcune comunità di rito latino e per i sacerdoti anglicani convertiti al cattolicesimo.
Inoltre, sempre all’interno del Sinodo si è proposto “di definire il peccato ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente”. Lo afferma il documento individuando questi peccati “in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente”.
Papa Francesco nel suo discorso ha parlato anche delle “elite cattoliche” che nel documento finale del Sinodo sull’Amazzonia andranno a cercare “le cosette e si dimenticheranno del grande. Mi sono ricordato di una frase” in cui si dice che c’è gente che “siccome non ama nessuno crede di amare Dio”, “perdono il contatto con le sfide che affronta l’uomo di oggi e si illudono di stare con Dio. Questo mi è piaciuto molto”.
Le aperture dei vescovi riguardano anche altri argomenti, fra questi la presenza delle donne nella Chiesa. Qui è il Papa, chiudendo i lavori, a sorprendere, dicendo che la Congregazione per la Dottrina della Fede approfondirà e studierà la questione del “diaconato femminile”: è necessaria “creatività” nell’ambito di “nuovi ministeri”, spiega Bergoglio.