Stati Uniti, dopo Buffalo altre due sparatorie: vittime in California e Texas
Non si ferma la violenza negli Stati Uniti ancora sotto shock per la strage di Buffalo. Dopo il gesto folle di un 18enne bianco, costato la vita a 10 persone, vittime dell’ideologia suprematista, altre due sparatorie allungano la scia di sangue nel Paese. La prima, avvenuta nel sud della California, nella chiesa presbiteriana Geneva su El Toro Road, a Orange County, nella zona di Laguna Woods, ha causato 1 morto e 5 feriti, 4 dei quali in condizioni critiche. La polizia ha confermato che il presunto assalitore è stato arrestato e l’arma recuperata. Il Los Angeles Times, citando fonti dell’ufficio dello sceriffo di Orange County, ha comunicato che l’uomo fermato è un asiatico di circa 60 anni, originario di Las Vegas. Pare che, al momento della sparatoria, nella chiesa ci fosse una funzione svolta da una congregazione taiwanese; erano presenti una trentina di persone. Quando la polizia è arrivata sulla scena, l’uomo era già stato disarmato immobilizzato dai fedeli che hanno così evitato una strage di dimensioni maggiori.
La seconda sparatoria è avvenuta a Houston, in Texas, nei pressi di un mercatino delle pulci. Lo riporta Abc specificando che ci sono almeno due morti mentre altre tre persone sono state trasportate in ospedale. Bilancio che, anche in questo caso, sarebbe potuto essere peggiore data la folla presente al mercatino in quel momento. All’origine della tragedia una lite fra cinque uomini. Lo sceriffo della contea di Harris, Ed Gonzalez, ha dichiarato che lo scontro a fuoco sembra sia avvenuto tra due gruppi di persone. “Per ora, sembra che i feriti fossero tutti probabili partecipanti all’alterco”, ha detto Gonzalez, come riporta Fox News, “per quanto ne sappiamo, nessun passante innocente è stato ferito”. Sul posto sono state recuperate almeno due pistole. Non è ancora chiaro se sul posto siano stati fermati dei sospetti.
Intanto la Casa Bianca rende noto che Joe Biden e la first lady Jill si recheranno domani a Buffalo per esprimere vicinanza alla comunità locale e ribadire una condanna pubblica ai crimini d’odio razziale.