Ucraina: a Mariupol cittadini usati come sminatori, in 8 hanno perso la vita
A Mariupol i cittadini vengono usati come sminatori ed in 8 hanno già perso la vita nel tentativo di bonificare il terreno. La denuncia arriva via social da Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol ora in esilio, ripresa dal Kiyv Independent. Secondo Andriushchenko “Gli occupanti stanno usando i locali come specialisti nello smaltimento degli ordigni esplosivi”. Le otto vittime, cittadini impiegati dalle unità russe per sgomberare le macerie di un impianto metallurgico bombardato, sono saltati in aria a causa dell’esplosione di una mina.
In città intanto non sono state ancora ripristinate le regolari forniture di energia elettrica, acqua e gas e, dall’inizio dell’invasione russa, sono morti fino a 22.000 civili, mentre 100.000 persone sono ancora bloccate in città e a rischio ambientale ed epidemico.
Secondo le autorità la ricostruzione della città costerà circa 14 miliardi di dollari, per un periodo che potrebbe durare anche 10 anni. Secondo Vadym Boychenko, sindaco di esilio di Mairupol, “1.356 condomini sono stati distrutti o danneggiati e il 40% delle case private è stato bombardato. La maggior parte di loro non può essere ricostruita”.
Dissidenti uccisi per strada a Kreminna. La denuncia arriva da Sergei Gaidai, capo militare regionale, che su Facebook dichiara: “Tutti sanno che i russi perseguitano i residenti locali con opinioni filo-ucraine o coloro che si rifiutano di collaborare con gli occupanti. A Kreminna il terrore ha raggiunto un livello tale che le persone vengono uccise per strada. I collaboratori locali aiutano gli occupanti segnalando le persone che stanno dalla parte di Kiev, indicando i loro indirizzi esatti”.