Ucraina, almeno 40 morti nel bombardamento della stazione di Kramatorsk. UE: atto spregevole
Sono almeno 40 morti e 100 feriti le vittime di un bombardamento alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, punto di snodo per il trasferimento della popolazione civile in luoghi sicuri. Il presidente Zelensky tuona e accusa: “Quella di Kramatorsk era solo la solita stazione ferroviaria nell’Ucraina orientale dove le persone si erano radunate in attesa dell’evacuazione. In questo modo la Russia protegge i russofoni nell’Ucraina orientale?”. In un videomessaggio al parlamento finlandese, Zelensky chiede: “Qualcuno può spiegare perché la Russia ha bisogno di questa guerra? Perché sparare ai civili con i missili? Perché questa crudeltà.
Da parte sua Mosca respinge le accuse dell’attacco. Nonostante le immagini della televisione ucraina mostrino un missile con la scritta in russo “per i bambini”, il Cremlino dichiara: “Tutte le dichiarazioni dei rappresentanti del regime nazionalista di Kiev sono una provocazione e assolutamente false”. E secondo la Russia, uno dei missili ritrovati sarebbe un Tochka, arma a disposizione dell’esercito ucraino e non russo.
Le reazioni dall’estero non si sono fatte attendere. Secondo il ministro degli esteri Di Maio “Le bombe sulla stazione di Kramatorsk sono l’ennesima dimostrazione che la guerra russa è reale, le vittime sono vere. Ferma condanna. Tutti vogliamo la pace, non c’è più tempo da perdere: subito un cessate il fuoco”. Questo il messaggio su Twitter. Stessa reazione per Liz Struss, ministro degli esteri britannico, che sempre su Twitter scrive: “Sono sconvolta dalle orrende denunce sull’attacco di un missile russo contro civili nella stazione ferroviaria di Kramatorsk, in Ucraina orientale. Prendere di mira i civili è un crimine di guerra e noi chiameremo la Russia e Putin a rispondere anche di questo”.
Ma la guerra in Ucraina potrebbe presto vedere la fine. Lo sostiene il portavoce del Cremlino Peskov, secondo cui “‘operazione speciale” della Russia in Ucraina potrebbe concludersi nei tempi previsti poiché gli obiettivi sono stati raggiunti e il lavoro è stato svolto sia dall’esercito russo che dai negoziatori di Mosca.