Ucraina, nuovi orrori sui civili: missili russi contro Mariupol e Odessa
Ormai nel conflitto in Ucraina è stato tagliato il triste traguardo dei due mesi di guerra. Nuove esplosioni nella regione di Odessa, dove è risuonato l’allarme aereo. Alcuni edifici della città portuale sul mar Nero sarebbero stati colpiti da raid missilistici russi. In tutto questo, l’ufficiale russo noto come “il macellaio di Bucha”, è stato promosso da Putin da tenente colonnello a colonnello. Lo riporta il Daily Mail, ricordando che gli uomini sotto il suo comando sono stati accusati di stupro di gruppo, tortura ed esecuzioni di massa di civili.
I russi hanno ripreso a bombardare l’area dell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Lo ha fatto sapere il consigliere dell’Ufficio del Presidente ucraino precisando: “Il nemico sta cercando di sopprimere completamente la resistenza dei difensori di Mariupol nell’area dell’Azovstal; hanno ripreso gli attacchi aerei sul territorio dello stabilimento, sulle linee di difesa delle nostre truppe e stanno tentando di effettuare operazioni di assalto”.
Allarme del vicesindaco di Mariupol. Orlov dice: “L’evacuazione della popolazione civile è stata di nuovo rinviata. I russi non autorizzano lo sgombero verso i territori controllati dagli ucraini”. Il vicesindaco di Mariupol inoltre parla di 28mila morti e 40mila deportati tra la popolazione della città.
Nuovo missile spaziale per Putin. Si apprende che il nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat sarà pronto per l’utilizzo entro l’autunno. Lo ha annunciato il capo del Roscosmos, la società russa responsabile dei voli spaziali. Mercoledì scorso Mosca ha testato il missile e il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con i militari per il successo del test.
L’Unione europea si prepara alla stretta finale sulle nuove sanzioni contro la Russia. Potrebbero essere approvate alla fine della prossima settimana. Misure che includeranno il petrolio russo. Uno stop all’import da subito è praticamente impossibile. Le ipotesi di lavoro sono più di una.
Le varie ipotesi. La prima è adottare per il petrolio lo stessa schema usato per il carbone, ovvero una eliminazione graduale dell’import che verrebbe azzerato solo tra qualche mese. L’altra è l’introduzione di un tetto massimo ai prezzi al petrolio per evitare che il Cremlino faccia più cassa, finanziando la sua guerra.