Ucraina, scoperte altre camere delle torture. Anche oggi partono tre navi con grano
La guerra in Ucraina giunge al 251 esimo giorno. La polizia ucraina ha appena reso noto che nel paese sono state scoperte 34 tra stanze delle torture e prigioni, che erano state allestite dalle forze russe nei territori da poco liberati da Kiev. La polizia nazionale ha inoltre affermato che nei siti i russi detenevano e torturavano illegalmente i cittadini: 24 nella regione di Kharkiv, tre nella regione di Kherson, tre nella regione di Kiev, due nella regione di Sumy e una ciascuna nelle le regioni di Donetsk e Chernihiv.
Le autorità di occupazione russe a Kherson, nel Sud dell’Ucraina, hanno intanto annunciato di aver iniziato l’evacuazione di altre migliaia di persone dalla regione, dove è in corso una controffensiva dell’esercito ucraino.
L’Aiea annuncia l’avvio di ispezioni in due località in Ucraina sulle cosiddette “bombe sporche” e segnala che l’esplosione di una mina ha interrotto il collegamento di alimentazione principale a uno dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia. “Si tratta dell’ultimo incidente che sottolinea la fragile situazione di sicurezza e protezione nucleare dell’impianto durante l’attuale conflitto militare”, afferma il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi. Intanto il presidente russo Putin ha espresso fiducia sul fatto che ci saranno abbastanza acquirenti di gas naturale anche in Europa dopo il completamento del piano per la costruzione di un hub in Turchia.
Ieri le forze russe hanno lanciato oltre 50 missili contro infrastrutture energetiche in diverse regioni. Successivamente il sindaco di Kiev aveva reso noto che parte della rete idrica della capitale ucraina era stata ripristinata. Gli attacchi missilistici russi lanciati ieri mattina hanno lasciato senza acqua l’80% degli utenti della capitale e interrotto la fornitura di energia elettrica a 350.000 case.
Dopo le dodici di ieri, anche oggi altre tre navi cariche di grano hanno lasciato i porti ucraini, dirette verso il corridoio umanitario nel Mar Nero. “I movimenti delle tre navi sono stati approvati dalle delegazioni ucraina, turca e delle Nazioni Unite. La delegazione russa è stata informata”, ha affermato il Centro di coordinamento di Istanbul che supervisiona le esportazioni ucraine di cereali in base all’accordo internazionale firmato a luglio, dal quale la Russia ha annunciato il suo ritiro temporaneo.