Usa, ristabilita la pena di morte per l’attentatore della maratona di Boston
Erano le 14:49 del 15 aprile 2013 quando due bombe a pressione fabbricate artigianalmente esplosero a poco più di 12 secondi l’una dall’altra, in prossimità del traguardo dell’annuale maratona di Boston, uccidendo tre persone tra il pubblico e ferendone circa 260. Responsabili dell’attentato, come noto, i due giovani fratelli di origine cecena Dzhokhar Tsarnaev e Tamerlan Tsarnaev, entrambi spinti ad agire da ideologie islamiche radicali.
Quest’ultimo fu ucciso nel corso di una sparatoria con la polizia, mentre il secondo fratello fu catturato dalle forze dell’ordine, processato in tribunale e condannato a morte. Una sentenza che fu ribaltata da una Corte federale nel luglio 2020, dietro ricorso presentato dai suoi legali. Un mese dopo questa decisione, l’allora presidente americano Donald Trump aveva chiesto di ripristinare la pena capitale. Oggi la Corte suprema americana ha ripristinato la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev.
Per quanto riguarda le argomentazioni, i giudici statunitensi – con un voto di 6 a 3 – hanno concordato con le considerazioni espresse dall’amministrazione Biden secondo cui la Corte d’appello federale ha sbagliato a respingere la condanna a morte inflitta da una giuria a Tsarnaev, per via del ruolo svolto dal ragazzo nell’attentato. Quanto alla maratona di Boston, lo scorso anno la 124esima corsa è stata annullata a causa della pandemia da Coronavirus. Ma quest’anno, la 125a maratona è in programma per l’11 ottobre 2021.