Wikileaks, arrestato a Londra Julian Assange
Sollevato e trascinato fuori dall’ambasciata dell’Ecuador, dove viveva come rifugiato dal 2012 per evitare di essere estradato negli Usa. Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, è stato arrestato a Londra. Sette agenti in borghese di Scotland Yard lo hanno portato via di peso dalla sede diplomatica, dove l’ambasciatore ha dato loro il permesso di entrare. Il governo di Quito ha, infatti, revocato la concessione dell’asilo al giornalista australiano. Assange è ricercato dagli Stati Uniti per la pubblicazione, nel 2010, di documenti riservati americani.
Subito dopo l’operazione, Wikileaks ha accusato il Paese sudamericano di aver “revocato illegalmente l’asilo in violazione del diritto internazionale”. E ha detto che dietro questo arresto ci sono “la Cia” e altri poteri. Il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, ha spiegato di aver revocato l’asilo ad Assange per “violazione della convenzione internazionale” da parte del giornalista australiano e ha assicurato che non sarà estradato in un Paese che applica la pena di morte.
L’arresto di per se espone a un condanna minima il fondatore di WikiLeaks, ovvero pochi mesi, perché tutto quello che gli viene imputato è la violazione del rilascio su cauzione; l’inchiesta svedese per stupro, infatti, è stata archiviata il 19 maggio 2017, dopo che la Svezia, per sette anni, ha mantenuto l’indagine alla fase preliminare senza incriminarlo né scagionarlo una volta per tutte.