Zelensky posta foto delle città ucraine distrutte. A Bucha trovata una fosse comune di civili
Nei rifugi antiaerei dell’impianto chimico Azot di Severodonetsk, sotto costante attacco dei raid russi, ci sono ancora 540-560 civili, a comunicarlo è il capo dell’amministrazione militare-civile della città, aggiungendo che nel sito ci sono continui combattimenti e tentativi di assalto. Mosca annuncia l’apertura di un corridoio umanitario da domani per i civili rifugiati dentro l’impianto chimico ma invita i combattenti che si trovano all’interno a rilasciare i civili e deporre le armi. Secondo Londra, i russi avanzano a Kharkiv, ma lo sforzo maggiore resta proprio a Severodonetsk.
Intanto le condizioni nel Lugansk, sotto pesanti attacchi russi di artiglieria, sono un vero inferno, rende noto il governatore della regione Serhiy Gaidai, sottolineando: “I bombardamenti sono così potenti che la gente non riesce più a resistere nei rifugi. Ma non possiamo perdere, finché è possibile salvare almeno una vita, noi la salveremo”. Gaidai riferisce poi che altri 70 civili sono stati evacuati da Lysychansk e dagli insediamenti circostanti.
Il presidente ucraino Zelensky invita gli occidentali a non cercare più compromessi con Mosca, alla vigilia della sua riunione la richiesta ai paesi del cosiddetto Gruppo Ramstein. Inoltre chiede l’invio di armi più pesanti e un addestramento operativo. Zelensky ha pubblicato su Telegram foto delle distruzioni nelle città ucraine causate dai bombardamenti russi e ha promesso: “Ricostruiremo l’Ucraina. Strade, quartieri, città e villaggi. Guariremo i corpi dalle ferite e le anime dalle perdite”. Le autorità locali affermano di aver trovato una fossa comune con corpi di 7 civili presso Bucha, molti con le mani legate e segni di torture.