A Scampia crolla un ballatoio della Vela Celeste: morti e feriti

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Momenti di paura nella tarda serata di ieri nel quartiere di Scampia a Napoli a causa del cedimento di un ballatoio di collegamento nella Vela Celeste, insediamento popolare della zona, che ha provocato due morti e 13 feriti (tra cui sette bambini). Il crollo, verificatosi al terzo piano, ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. I vigili del fuoco, dopo aver scavato tra le macerie, hanno completato l’evacuazione dei piani alti. Sul fatto, la polizia ha aperto un’indagine. Non si esclude alcuna ipotesi, la più accreditata è quella di un cedimento strutturale.

La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia. Ad aprile, infatti, è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell’amministrazione Manfredi relativo alle Vele di Scampia con i lavori di riqualificazione della Vela B (la cosiddetta Vela Celeste), finanziati dal Piano periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro). Il progetto prevede per questa Vela la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura.

Le Vele erano sette e furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall’architetto Franz Di Salvo in cui erano previsti centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un “nucleo di socializzazione” che, in realtà, non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell’opera come concepita. Negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e di spaccio di droga. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di alcuni corsi di laurea di Medicina.