Allarme siccità, vertice di tutti i Ministeri. Patuanelli: “Situazione delicata”
l caldo aumenta con temperature che sono oltre la media stagionale. Da domani avrà inizio una settimana tra le più calde di sempre per il mese di giugno e in assoluto della stagione estiva con punte di 38 gradi in pianura Padana e oltre i 40 in Puglia, Sicilia e Sardegna. Il caldo tropicale colpirà dapprima il nord con Bologna, Milano e alcune città del Veneto e dell’Emilia che toccheranno i 36 gradi.
Intanto l’osservatorio sul Po si è riunito per affrontare il problema della siccità e l’indicazione è quella di proseguire con l’irrigazione, nonostante la situazione sia da “semaforo rosso”. La proposta arrivata è di un provvedimento transitorio per equilibrare l’uso dell’acqua rimasta: diminuire i prelievi del 20% per continuare comunque l’irrigazione, ma garantire l’afflusso di acqua anche al Delta.Uno dei dati più allarmanti emersi dall’osservatorio è il cuneo salino nel Po che ha raggiunto i 21 chilometri: quando la portata è troppo debole, infatti, l’acqua salata del mare risale lungo il corso del fiume, rendendola però inutilizzabile per l’irrigazione. A Pontelagoscuro, nei pressi della città di Ferrara, è stata registrata una portata di 180 metri cubi al secondo, sintomo di uno stato di “estrema gravità idrica”.
Nel Lazio il presidente della Regione Nicola Zingaretti dice che nelle prossime ore proclamerà lo stato di calamità naturale. “Lo stato di Calamità servirà ad adottare immediatamente le prime misure e a invitare i sindaci alle prime norme di contenimento. Ovviamente dobbiamo prepararci ad una situazione che sarà molto critica – sottolinea Zingaretti – che dovrà basarsi sul risparmio idrico di tutte le attività a cominciare dai consumi familiari”.
Ettore Prandini, presidente Coldiretti vuole chiedere lo stato di emergenza: “Dobbiamo investire in tempi brevi sui bacini di accumulo. Rispetto a tutto ciò che concerne il tema depurazione non dobbiamo creare ostacoli perché c’è un 12% di acqua che non ha le caratteristiche. Dobbiamo creare le condizioni per cui quel 12% vada esattamente in linea con quelli che sono i parametri che noi pretendiamo nel riutilizzo dell’acqua depurata, ma dobbiamo avere l’intelligenza – ha aggiunto – di poter utilizzare tutto ciò che ci sarà messo a disposizione. Sennò le difficoltà ricadranno sul nostro mondo”.
Ogni anno sprechiamo un miliardo di metri cubi d’acqua, ossia oltre un terzo di tutta l’acqua a disposizione. Un problema, quello della dispersione delle risorse, che in Italia va avanti da decenni. Nel focus diffuso a marzo per la Giornata mondiale dell’acqua dall’Istat emerge che non tutta l’acqua potabile distribuita nei 109 capoluoghi di provincia e nelle città metropolitane, dove vive il 30% della popolazione, viene effettivamente erogata all’utente finale. Anzi il report evidenzia che nel 2020, ultimo dato disponibile, sono stati immessi in rete 2,4 miliardi di metri cubi d’acqua, vale a dire 370 litri per abitante al giorno, e ne sono stati erogati 1,5 miliardi di metri cubi per usi autorizzati agli utenti finali, cioè 236 litri al giorno per abitante. Sono quindi andati persi 0,9 miliardi di metri cubi, il 36,2% di tutta l’acqua immessa in rete. Unico dato positivo che la percentuale era del 37,3% nel 2018 e del 39% nel 2016.