Calcio in lutto, è morto Sven Goran Eriksson

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E’ morto Sven Goran Eriksson. L’ex allenatore tra le altre di Lazio (con cui ha vinto lo scudetto nella stagione 1999-2000), Sampdoria e Roma aveva 76 anni e all’inizio dell’anno aveva comunicato di avere un cancro al pancreas: “Nel migliore dei casi mi resta da vivere un anno o anche di più, nel peggiore anche meno – aveva detto – In realtà nessuno può esserne sicuro con certezza, è meglio non pensarci”. Dopo aver rivelato che gli restava solo un anno di vita, aveva intrapreso una sorta di tour d’addio negli stadi che più lo avevano amato, compreso il Marassi di Genova dove era stato accolto tra lacrime e applausi lo scorso maggio.

“Non essere dispiaciuto. Sorridi”. E’ uno degli ultimi messaggi dell’allenatore nel corso di un documentario a lui dedicato che Amazon ha pubblicato nelle scorse settimane. “Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della tua vita e vivetela. Fino alla fine – ha aggiunto – Ho avuto una bella vita, sì”, ha ammesso Eriksson. “Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Dovete imparare ad accettarlo, per quello che è. Speriamo che alla fine la gente dica: ‘Sì, era un brav’uomo’. Ma non tutti lo diranno. Spero che mi ricorderanno come un uomo positivo”.

Il comunicato della famiglia. “Dopo una lunga malattia, Sven Goran-Eriksson è morto questa mattina a casa, circondato dalla famiglia”, si legge in un comunicato diramato dai familiari del tecnico svedese ai media britannici. “I più stretti partecipanti al lutto sono la figlia Lina; il figlio Johan con la moglie Amana e la nipote Sky; il padre Sven; la fidanzata Yanisette con il figlio Alcides; il fratello Lars-Erik con la moglie Jumnong. La famiglia chiede rispetto per il loro desiderio di piangere in privato e di non essere contattati”, si legge ancora nel comunicato. Le condoglianze e i saluti possono essere lasciati sul sito web www.svengoraneriksson.com“.

Oltre ad aver allenato in Italia, nel 2001 lo svedese era anche diventato il primo allenatore straniero della nazionale di calcio inglese, quella della “generazione d’oro” con David Beckham, Steven Gerrard, Wayne Rooney e Frank Lampard. In carriera ha poi guidato squadre di primo livello come Manchester City, Leicester, Benfica e, nella sua Svezia, il Göteborg e il Degerfors.