Caldo, 20 città da bollino rosso. Allarme siccità, Coldiretti: “Perdite stimate in oltre il 30% del raccolto”
Il caldo non molla l’Italia e oggi sono 20 le città da bollino rosso dove cioè esiste il rischio per tutta la popolazione. Nell’elenco compaiono: Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo. Rispetto a ieri al giallo Ancona e Palermo le città da bollino arancione quindi con un rischio per i più fragili sono ancora Milano e Verona. Il gran caldo è previsto ancora fino a martedì, con punte di 42-43 gradi sulle isole maggiori, poi una possibile tregua.
A Verona il neosindaco Damiano Tommasi ha limitato l’uso di acqua potabile per usi domestici: fino al 31 agosto sarà quindi vietato usare acqua potabile proveniente da fonte idrica per l’irrigazione di orti, giardini e campi sportivi, per il lavaggio di automobili, salvo impianti autorizzati, per il riempimento di piscine e per ogni altra attività che non sia strettamente necessaria ai fini del fabbisogno umano. Anche a Pisa dall’11 luglio fino al 31 agosto sarà invece vietato su tutto il territorio comunale utilizzare l’acqua potabile proveniente dagli acquedotti urbani e rurali per scopi diversi da quelli igienico-domestici. Le violazioni saranno punite con sanzioni da 100 a 500 euro.
Sei Regioni, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli e Veneto, hanno formalmente inviato alla Protezione civile la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza per la siccità. Ora il Dipartimento valuterà le richieste da portare in Consiglio dei ministri e provvederà a un primo stanziamento, che si aggirerebbe su diverse decine di milioni, per i primi interventi e i ristori agli agricoltori.
Coldiretti lancia l’allarme sulle conseguenze della mancanza di acqua: “La siccità sta devastando le risaie italiane con perdite stimate in oltre il 30% del raccolto in un momento in cui l’aumento record dei costi di produzione provocato dalla guerra in Ucraina ha già tagliato di diecimila ettari le semine a livello nazionale. Un settore strategico per l’economia e l’approvvigionamento alimentare del Paese dove si raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, oltre il 50% dell’intera produzione Ue”.