Caso Eni e sentenze pilotate: in manette i due imprenditori siciliani
Arresti domiciliari per l’imprenditore piemontese, Ezio Bigotti, e per l’ex tecnico dell’Eni, Massimo Gaboardi, da parte della GdF del comando provinciale di Messina. Sono accusati di corruzione in atti giudiziari e falso ideologico. Perquisizioni in provincia di Roma, Milano e Torino.
La vicenda è legata alla cosiddetta operazione ‘Sistema Siracusa’ ha portato all’arresto di 13 persone componenti di un ‘comitato di affari’ capace di condizionare il buon andamento della gestione della giustizia nella provincia siciliana. L’indagine coinvolse, oltre all’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore che da mesi collaborano coi magistrati.
Nel provvedimento cautelare, in sintesi, sono state ricostruite plurime modalità illecite poste in essere dai condannati, con l’ausilio dell’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo e di alcuni consulenti della Procura nominati da quest’ultimo, per favorire Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonché in sede tributaria.
Inoltre, è stata fatta pienamente luce su una complessa operazione giudiziaria ordita dall’avvocato Piero Amara che si sarebbe realizzata “grazie all’asservimento del pm Longo – dicono gli inquirenti – al fine di ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni”. Le Fiamme Gialle stanno eseguendo gli arresti e le perquisizioni nei confronti degli indagati nelle province di Roma, Milano e Torino. “L’operazione testimonia, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta alla corruzione ed a tutela della trasparenza della Pubblica Amministrazione, nonché a garanzia del rispetto delle regole della sana competizione tra imprese per assicurare la libera concorrenza dei mercati”, spiegano le Fiamme gialle.