Coronavirus, a Napoli ospedali in crisi. Tutto l’Alto Adige diventa zona rossa
Il coronavirus continua a mettere a dura prova la rete ospedaliera di Napoli. Dopo le immagini viste ieri di ambulanze rimaste in fila per ore al Cotugno, con i medici costretti a intervenire direttamente a bordo, la scena si ripete anche oggi in tutti i principali ospedali della città.
A lanciare l’allarme è Giuseppe Galano, responsabile dei 118 e coordinatore della rete regionale del soccorso d’emergenza: “Ci sono file di ambulanze e auto private in tutti gli ospedali di Napoli, Cotugno, Cardarelli, Ospedale del Mare sono tutti in crisi totale nel ricevere i pazienti covid”. Tanto che, aggiunge Galano, molti malati vengono portati “anche all’ospedale Pellegrini e al San Paolo, perché ormai non riusciamo più a smaltire con i grandi ospedali.
Ma anche queste strutture vanno in difficoltà perché hanno pochi posti riservati ai sospetti covid e si ingolfano velocemente. La situazione è questa a Napoli ma so che è molto difficile anche nelle Asl della provincia”.
Poi l’attacco ai dottori di guardia medica. “I pronto soccorso e l’emergenza sono in crisi perché alla catena manca la medicina territoriale – dice Galano – Oggi ci sono a Napoli 12 medici in servizio al 118 e 40 nella guardia medica. Che stanno facendo?”, è il suo atto d’accusa. “Avevo chiesto di incorporarli anche solo per organizzare le visite a domicilio dei codici bianchi, ma dicono che il loro contratto non lo prevede”.
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris torna invece a riaccendere le polemiche sulla mancata zona arancione (o rossa) istituita in Campania dall’esecutivo, accusando il ministero della Salute di aver sbagliato “forse anche perché tratto in errore da dati non attuali, precisi e corretti forniti dagli uffici regionali”. Nel frattempo in città si moltiplicano le segnalazioni di assembramenti, come già avvenuto ieri, complice anche il bel tempo. Sul lungomare, riferisce l’Ansa, non manca chi ha deciso di fare il bagno, mentre famiglie e ragazzi sono a passeggio, anche se muniti di mascherina. Un punto su cui è tornato anche il primo cittadino. In un video su Facebook ha ribadito che “chiudere il lungomare non è la soluzione alle immagini delle file di ambulanze e al collasso di ospedali, altrimenti lo avremmo già fatto”. Per De Magistris l’unica soluzione resta lo stop alla mobilità. “È solo il lockdown o la zona rossa che impediscono alle persone di uscire come in questi giorni ed assembrarsi, ma solo il presidente del Consiglio dei Ministri può deliberare su questo. Così come la zona rossa di una Regione o di una o più città può adottarla anche il presidente della Regione”.
Intanto tutto l’Alto Adige diventa zona rossa. Solo pochi giorni fa il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, aveva dichiarato “zona rossa” 11 Comuni altoatesini, compreso il capoluogo. Ma ora è in arrivo una nuova ordinanza che estenderà il provvedimento a tutta la Provincia Autonoma. Ciò significa che si passerà alla didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, verranno chiuse le scuole d’infanzia e gli asili, chiuderanno anche i servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. Inoltre, si potrà entrare ed uscire di casa solo per comprovati motivi di lavoro o di salute. Una stretta che bypassa la decisione del governo di inserire la provincia in area gialla, sulla base dei 21 indicatori fissati dall’Iss.
“L’andamento epidemiologico con i numeri in costante crescita e il sempre maggior numero di comuni dichiarati zona rossa lo impongono. È inutile ormai applicare due provvedimenti diversi“, ha dichiarato Kompatscher”. L’ordinanza, stando a quanto si apprende, verrà firmata nelle prossime ore e sarà valida per almeno due settimane.