Coronavirus, alla ricerca del vaccino: al via i primi test accelerati su 550 volontari sani
Da quando, dall’inizio dell’anno, è scoppiata la pandemia da Coronavirus tutti gli sforzi degli istituti di ricerca scientifica sono concentrati nella ricerca di un vaccino che possa fermare la diffusione del contagio su scala mondiale così da limitare quanto prima il numero delle vittime colpite – a centinaia di migliaia – dall’infezione. Alcuni primi tiepidi passi sono stati mossi in questa direzione. Ma oggi arriva una notizia che potrebbe rappresentare un barlume di speranza per la collettività a livello internazionale.
Per la fine di aprile è in programma in Inghilterra l’inizio dei test accelerati sull’uomo del vaccino messo a punto dall’azienda Advent-Irbm di Pomezia insieme con lo Jenner Institute della Oxford University. L’esperimento sarà condotto su 550 volontari sani. A dare l’annuncio è stato lo stesso amministratore delegato della società italiana operante nel settore della biotecnologia molecolare e della scienza biomedicale.”Si prevede di rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”, ha reso noto Piero Di Lorenzo, ad di Irbm.
Stando alle parole dell’amministratore delegato della società italiana, sarebbe ormai in fase finale la trattativa per un finanziamento “di grande entità con un pool di investitori internazionali e vari altri governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino”. “Si è deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo, in Inghilterra – racconta Di Lorenzo all’Ansa – ritenendo, da parte della Irbm e della Oxford University, sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati ottenuti in laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci”.
Nel frattempo, l’organizzazione mondiale della sanità è stata intransigente a proposito dell’uso dei presidi di sicurezza personale. “Indossare la mascherina protettiva diventerà la norma“, ha detto il portavoce dell’Oms, David Nabarro, alla Bbc. “Il coronavirus non andrà via. Non sappiamo se le persone che lo hanno avuto siano immuni né quando avremo un vaccino”, ha spiegato. “Quindi – ha concluso – qualche tipo di protezione facciale diventerà la norma, anche se solo per rassicurare le persone”.