Coronavirus, l’appello di Mattarella nel giorno dell’Unità d’Italia: Clima difficile e incerto, restiamo uniti
“Il clima di difficoltà, incertezza e sofferenza che stiamo vivendo rende ancora più stringente la necessità di unità sostanziale di tutti i cittadini attorno ai valori costituzionali e ai simboli repubblicani”. Sono queste le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel giorno del 159esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Nessun festeggiamento né cerimonia pubblica quest’anno dunque, nel rispetto delle norme di sicurezza per l’emergenza sanitaria imposta dalla pandemia da coronovirus, come si trova scritto sul sito del Quirinale.
Anche il premier Giuseppe Conte ha indirizzato un messaggio di incoraggiamento gli italiani. “159 anni fa veniva proclamata l’Unità d’Italia. Da allora il nostro Paese ha affrontato mille difficoltà, guerre mondiali, il regime fascista – ha scritto Conte sui suoi profili social – Ma gli italiani, con orgoglio e determinazione, hanno sempre saputo rialzarsi e ripartire. A testa alta“. “Mai come adesso – ha concluso il premier – l’Italia ha bisogno di essere unita. Sventoliamo orgogliosi il nostro Tricolore. Intoniamo fieri il nostro Inno nazionale. Uniti, responsabili, coraggiosi”.
Intanto, restano drammatici i numeri di vittime e contagiati contenuti nell’ultimo bollettino della Protezione civile. Sono complessivamente 23.073 i malati di Covid-19 in Italia, ieri l’aumento era stato di 2.853. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 27.980. Quanto alle vittime, sono morte oltre 2mila persone per cause correlate al coronavirus. E il bilancio va aggravandosi di giorno in giorno. Lascia ben sperare il numero dei guariti: centinaia di pazienti ogni giorno continuano a guarire. Al momento sono arrivate a quota 2.749.
Da menzionare in chiave positiva anche la risposta record agli appelli di personale sanitario e Protezione civile per la donazione di sangue, dopo le carenze legate all’epidemia da coronavirus che si erano registrate gli scorsi. Ora le scorte sono state ripristinate. Anzi, si è creato un surplus di quasi 900 sacche da destinare alle Regioni in difficoltà. “La solidarietà non deve fermarsi – ha detto Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Centro Nazionale Sangue – perché ogni giorno 1.800 pazienti hanno bisogno di trasfusioni”.