Covid-19: stop ingressi da Serbia, Montenegro e Kosovo. Istat-Iss: decessi da virus anche senza concause
Si allunga la lista dei Paesi a rischio per l’epidemia di coronavirus. Con un’ordinanza firmata in mattinata il ministro della Salute Roberto Speranza ha portato a 16 gli Stati ‘chiusi’ aggiungendo Serbia, Montenegro e Kosovo. Il divieto di ingresso e transito nel nostro Paese riguarda chiunque sia stato in uno dei tre territori nei precedenti 14 giorni all’entrata in Italia. Una scelta di “massima prudenza per difendere i progressi fatti finora” specifica Speranza che sottolinea come “nel mondo l’epidemia sia nella fase più dura”.
L’ordinanza prevede il blocco dei voli aerei, dei treni e di tutti gli altri mezzi di trasporto per il collegamento da e per i tre Stati, che si aggiungono ad altri 13, per i quali il divieto era già in vigore. Si tratta di Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. Restano però aperti i collegamenti con gli Stati Uniti.
Intanto Istat e Iss sottolineano, nel Rapporto sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità, che il Covid-19 è causa diretta di morte nell’89% dei decessi di persone positive al test SarsCov2, mentre per il restante 11% il decesso è dovuto a malattie cardiovascolari (4,6%), tumori (2,4%), malattie del sistema respiratorio (1%), diabete (0,6%), demenze e malattie dell’apparato digerente (0,6% e 0,5%).
Dunque il coronavirus è una malattia che “può rivelarsi fatale anche in assenza di concause”. “Non ci sono concause di morte preesistenti nel 28,2% dei decessi analizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età”, rilevano. Solo nelle età 0-49 anni la percentuale di decessi senza concause e’ piu’ bassa, pari al 18%. Il 71,8% dei decessi di positivi ha invece almeno una concausa: il 31,3% ne ha una, il 26,8% due, il 13,7% tre o più concause. L’analisi è stata condotta su 4.942 schede di morte di soggetti diagnosticati con test positivi al SarsCov2.