Cortei in tutta Italia contro il governo e pro Palestina, scontri a Torino tra studenti e polizia

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Oggi gli studenti di tutta Italia si sono uniti in uno sciopero proclamato contro le misure del Governo nell’ambito dell’istruzione pubblica, chiamato “No Meloni Day”. Scontri a Torino tra gli studenti scesi in piazza contro le politiche del governo e le forze dell’ordine. I giovani hanno bruciato un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione Valditara all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e corso Galileo Ferraris e, poi, hanno sfondato il cordone di polizia in via XX settembre. Alcuni hanno anche devastato due fast food.

Scontri tra i ragazzi e il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine sono avvenuti davanti alla Prefettura, in piazza Castello. Alcuni manifestanti sono stati respinti mentre tentavano di raggiungere il portone dell’edificio. Il corteo si è poi spostato prima davanti al rettorato, e poi davanti alla sede Rai dove gli studenti hanno colpito con aste di bandiere i mezzi della polizia. Un furgone dei reparti mobili della polizia è stato danneggiato: sono stati strappati via i fari e i parafanghi.

Una quindicina di poliziotti hanno fatto ricorso alle cure del Pronto soccorso a causa delle esalazioni irritanti derivanti dallo scoppio di un ordigno artigianale che è stato lanciato in mezzo alle forze dell’ordine davanti alla Prefettura, in piazza Castello. Ci sono stati lanci di uova contro il cordone di poliziotti schierato davanti alla sede di Intesa Sanpaolo, alle Gallerie d’Italia e anche contro alcune vetrine dei negozi di via Roma. Davanti alle Gallerie d’Italia sono stati scaricati anche diversi libri: “Leggeteli”, ha urlato un giovane. In precedenza erano stati imbrattati bus e alcuni monumenti, tra questi quello dedicato a Vittorio Emanuele II, con scritte come “Free Palestine”. I manifestanti hanno poi raggiunto la Mole Antonelliana, simbolo della città e sede del Museo del Cinema e qui hanno sfilato la bandiera italiana esposta all’ingresso e l’hanno sostituita con quella palestinese.

Le dichiarazioni del coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola: “Dopo le manifestazioni che stamattina si sono svolte in tutta Italia, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha rifiutato di incontrare gli studenti e ascoltare le loro istanze. Ancora una volta il ministero si dimostra disinteressato ad ascoltare la voce dei giovani che oggi hanno riempito le piazze di tutto il Paese. Serve ascoltare le associazioni studentesche, garantendoci spazio di discussione e confronto reale sui temi che ci riguardano. Continueremo a chiedere un confronto con il ministro per fermare le politiche scellerate sulla scuola. Poi il coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, Tommaso Martelli aggiunge: “È più di un anno che il ministro non convoca il Fast (il Forum delle associazioni studentesche più rappresentative), sono anni che chiediamo tavoli di discussione permanenti con le istituzioni, a livello locale e nazionale. Oggi eravamo in piazza in tutta Italia, e a Roma, sotto al ministero, abbiamo nuovamente chiesto un confronto che ci è stato rifiutato. Questa notizia non ci stupisce, in quanto è perfettamente in linea con la disintermediazione e la repressione imposta da Valditara negli ultimi due anni”.

“Stavolta non c’era il pretesto di altre iniziative in corso ma a essere presi di mira sono stati i palazzi delle Istituzioni e le Forze di polizia schierati a loro difesa. Confido che possa giungere unanime la ferma condanna per quanto accaduto” ha così dichiarato il ministro dell’Interno Piantedosi.

Gli fa eco la premier Meloni: “Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle Forze dell’Ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l’augurio di una pronta guarigione. Spero – aggiunge – che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”.