Covid, Arcuri: “La curva dei contagi inizia a raffreddarsi”. Vaccino a fine gennaio
In attesa che il Governo decida sulla divisione delle regioni in zone gialle, arancioni e rosse, in base agli ultimi dati arrivati giovedì, la curva dei contagi, secondo il commissario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, sembra finalmente iniziare a raffreddarsi: “questo grazie ai provvedimenti del governo e ai comportamenti virtuosi della maggioranza degli italiani”.
“Da ieri in Italia- ha esordito Arcuri – il coronavirus ha contagiato più di un milione di nostri concittadini”. “Insomma 1 italiano su 60, una enormità. Eppure, a guardare bene, con occhi onesti e con la mente libera da pregiudizi, la curva dei contagi, finalmente, sembra iniziare a raffreddarsi. Questo grazie ai provvedimenti del Governo, ai comportamenti virtuosi della maggioranza degli italiani. A questa maggioranza vasta e non solo ad essa, va richiesto che questi comportamenti vanno mantenuti e se possibile, rafforzati”.
Oggi la pandemia “è arrivata in tutta Italia, ma l’Italia non è tutta uguale”. “Ecco perché servono misure non uniformi. Ci sono Regioni, dove già si avvertono i primi segni di raffreddamento dell’epidemia e invece ce ne sono altre dove la situazione resta critica e dove bisogna intervenire per raffreddare la crescita dei focolai”.
Poi con i numeri Arcuri ha spiegato la differenza tra le due ondate: “oggi 635.054 nostri concittadini hanno ancora il virus. I contagiati in Italia il 10 ottobre erano 5.724, ossia +102% rispetto a 7 giorni prima. I 24 ottobre, erano 19.644, +80%. Nelle ultime 24 ore sono stati 37.978, +10% rispetto a 10 giorni fa. Certo continuiamo a crescere, ma 7 volte di meno rispetto a 20 giorni fa e 10 volte di meno rispetto a un mese fa. Non solo: degli attuali 602mila italiani contagiati, il 94,8% è in isolamento domiciliare, è asintomatico, o ha sintomi lievi. Si cura a casa. Sono invece 29.873 gli italiani ricoverati, ossia il 4,7% e purtroppo, 3.170 sono in terapia intensiva, lo 0,5% del totale. Al picco dell’emergenza, questi numeri erano completamente diversi. Poco meno del 50% si curava a casa. Circa il 45% si curava negli ospedali e circa il 7% purtroppo, nelle terapie intensive”.
Sul fronte vaccino Arcuri ci ha tenuto a precisare: “sta arrivando, ma non subito per tutti”. Il commissario ha poi spiegato che la distribuzione del vaccino anti-Covid non sarà su base regionale. Il governo ha infatti deciso per “una centralizzazione del meccanismo” individuando le categorie dei primi cittadini per i quali sarà necessaria la somministrazione. “Non serve avere il vaccino in un luogo A piuttosto che in un luogo B”.
“Confidiamo di vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio”, ha detto Arcuri. Partiremo, nella prima fase con una campagna che riguarderà 1,7 milioni di concittadini per poi arrivare progressivamente ad una fetta più ampia. “In queste ore – ha spiegato – stiamo decidendo a quali categorie di cittadini dovrà essere somministrato per prime. Dipenderà dalla fragilità e dall’esposizione”, precisando che “dovrà essere somministrato da chi ha adeguata preparazione professionale”.
Intanto la Difesa è al lavoro per la pianificazione della distribuzione del vaccino. Come avvenuto per distribuzione dei dispositivi sanitari a marzo, saranno messe a disposizione le capacità del personale dell’esercito italiano. Non si esclude al momento, così come già avviene a Milano per il vaccino influenzale, l’ipotesi che i militari possano essere adoperati anche per la somministrazione delle dosi.